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Alloggi in proprietà ancora più cari, ma affitti in calo

Keystone-SDA

Il prezzo di un alloggio in proprietà continua a salire decisamente in Svizzera, mentre sul fronte degli affitti si assiste a un calo.

(Keystone-ATS) È questa, in estrema sintesi, l’indicazione che emerge oggi dallo Swiss Real Estate Offer Index, un indice basato sugli annunci immobiliari.

A fine ottobre il prezzo richiesto dagli offerenti per una casa unifamiliare è salito dello 0,4% rispetto a fine settembre, secondo il parametro calcolato da ImmoScout24 – entità di SMG Swiss Marketplace Group, che riunisce diversi portali – insieme alla società di consulenza zurighese IAZI. Il costo di un appartamento in proprietà per piani è aumentato in modo ancora più forte, dell’1,0%. Su base annua le progressioni sono marcate: rispettivamente +2,4% (case) e +3,2% (appartamenti).

“Il mercato immobiliare residenziale è sostenuto dal miglioramento delle condizioni quadro”, commenta Martin Waeber, direttore di SMG, citato in un comunicato. “I costi di finanziamento ipotecari sono diminuiti sensibilmente e le possibilità che questa tendenza continui nel prossimo futuro sono elevate”.

Chi può permettersi una casa di proprietà torna così ad avere costi dell’alloggio più bassi. “Anche se i prezzi degli immobili residenziali sono molto alti, l’acquisto di una casa può ridurre gli oneri abitativi”, spiega l’esperto. “Inoltre ci sono segnali che indicano che l’attività di costruzione di appartamenti occupati dai proprietari aumenterà di nuovo nel prossimo futuro, grazie al miglioramento delle condizioni, aumentando così l’offerta”. Rimane però sempre difficile, visti i prezzi, accedere a una casa unifamiliare.

Ottobre ha portato intanto anche un certo allentamento sul mercato degli affitti. Le nuove pigioni offerte – sempre in base alle indicazioni dello Swiss Real Estate Offer Index – sono scese dello 0,2% a livello mensile e del 2,8% su base annua. Nel confronto con settembre spiccano gli arretramenti di Zurigo (-6,8%), Svizzera centrale (-5,5%) e Ticino (-3,1%). I prossimi mesi mostreranno fino a che punto questa evoluzione rappresenti una variazione temporanea o un cambio di rotta più a lungo termine, osservano gli specialisti.

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