Assemblea PLR: Unione europea, scuola e neutralità
(Keystone-ATS) Le relazioni con l’Unione europea (UE), improntate alla stabilità, il futuro della scuola dell’obbligo, con un ritorno alla sua missione originaria, e la neutralità della Svizzera.
Sono alcuni dei temi affrontati oggi dai delegati del PLR, riuniti in assemblea a Möriken (AG).
Dipendiamo da una relazione buona, stabile e a lungo termine con l’UE, ha sottolineato in apertura il presidente del partito, Thierry Burkart. L’Europa, ha aggiunto il consigliere agli Stati argoviese, svolge un ruolo centrale per le relazioni commerciali elvetiche.
Il PLR è sempre stato inequivocabilmente a favore dell’approccio bilaterale. Questa strada è stata una via di successo per la Confederazione e deve proseguire, secondo il partito, che non vuole però il pieno riconoscimento della direttiva UE sulla cittadinanza.
Burkart si è poi espresso contro l’iniziativa per la neutralità dell’UDC, definendola “pro-Putin” e affermando che nuocerebbe alla politica estera elvetica. La Svizzera, ha puntualizzato, non ha bisogno di maggiore isolamento.
Rieletto presidente
I delegati hanno in seguito rieletto lo stesso Burkart alla presidenza del partito. Novità invece per quanto riguarda la vicepresidenza. Gli uscenti Johanna Gapany e Philippe Nantermod sono sostituiti dalla granconsigliera vodese Florence Bettschart-Narbel e dal consigliere nazionale ginevrino Cyril Aellen. Restano vicepresidenti Andrea Caroni, Andri Silberschmidt e Alessandra Gianella.
Riorganizzare la scuola
Nel corso dell’assemblea si è anche parlato di scuola dell’obbligo, che secondo il partito dovrebbe tornare alla sua missione originaria, fornendo competenze di base di lettura, scrittura e aritmetica. La scuola inclusiva non li raggiunge, è stato rilevato.
I delegati hanno approvato un documento in questo senso, con 249 voti a favore, 4 contrari e 7 astensioni, dopo aver esaminato complessivamente due dozzine di emendamenti, la maggior parte dei quali è stata respinta.
Secondo il PLR, la prima lingua, quella del posto, è più importante di quelle straniere e deve essere posta al centro dell’attenzione nella scuola. Secondo il documento, solo in seguito gli alunni dovrebbero imparare una seconda lingua.
Nel documento, il partito si schiera anche contro i “tentativi ideologicamente motivati” di abolire i voti a scuola. Il principio del rendimento è importante per lo sviluppo della capacità di recupero dei bambini. Le materie dovrebbero essere insegnate nel modo più neutrale possibile. Via infine gli smartphone dalle aule della scuola dell’obbligo.
Un sì e un no il 22 settembre
I delegati hanno quindi chiaramente deciso di raccomandare al popolo l’approvazione, il prossimo 22 settembre, della riforma della previdenza professionale, con 272 voti a 2. Si tratta di un compromesso politico, buono e importante, è stato affermato.
La riforma prevede una diminuzione del tasso di conversione, dal 6,8% al 6%, che – secondo i sostenitori – è necessaria a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita. Il capitale accumulato da un pensionato durante la sua attività professionale si tradurrà quindi in una pensione più esigua. Contro di essa è stato lanciato un referendum dalla sinistra e dai sindacati, i quali deplorano che, dopo l’aumento dell’età pensionabile, saranno nuovamente le donne ad essere penalizzate.
Con 256 voti a 5 è stata inoltre raccomandata la bocciatura dell’iniziativa biodiversità, anch’essa in votazione il 22 settembre. Il testo chiede una maggiore quantità di superfici e di finanziamenti a favore della natura e intende fissare la tutela del paesaggio e dei beni culturali nella Costituzione federale. Tra i promotori figurano Patrimonio svizzero, Pro Natura, BirdLife Svizzera e Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio.