Australia rinvia la chiusura della maggiore centrale a carbone
(Keystone-ATS) L’Australia ha rinviato per almeno due anni la chiusura della sua più grande centrale a carbone, come misura necessaria per colmare un divario di capacità, mentre prendono piede le energie rinnovabili.
La chiusura della massiccia centrale di Eraring, sulle rive del lago Macquarie a nord di Sydney, era programmata per il 2025. Nel dare l’annuncio, il premier del New South Wales Chris Minns ha detto che il rinvio assicura energia ed elettricità affidabile “mentre procede la transizione dell’economia e della forza lavoro verso lo zero netto”. Circa il 70% dell’energia trasmessa nel New South Wales viene da quattro vecchie centrali a carbone, la cui chiusura è programmata nei prossimi 10-15 anni.
L’annuncio del rinvio per Eraring è stato accolto con preoccupazione dagli ambientalisti. “Le estati sono ora caratterizzate da alluvioni senza precedenti, da ondate di caldo e incendi mortali, mentre questo clima già estremo sarà estendendo il ricorso a combustibili fossili come il carbone”, dichiara l’Australian Conservation Foundation in un comunicato. “Eraring è un rottame inquinante che emette quasi il 3% delle emissioni totali del paese”, aggiunge.
Come molti paesi, l’Australia è impegnata a riconciliare la consolidata dipendenza dai combustibili fossili con grandi ambizioni di accesso a energie rinnovabili. Il governo laburista, nel suo ultimo bilancio federale, ha puntato a fare dell’Australia “una superpotenza di energia rinnovabile”. Gli australiani sono tra i più entusiasti al mondo nell’installare pannelli solari sui tetti delle abitazioni. E le rinnovabili rappresentano il 32% delle produzione totale di energia, contro il 47% del carbone, secondo gli ultimi dati governativi.