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Banche: nel 2023 profitti record e cresce anche l’occupazione

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Le banche svizzere hanno realizzato profitti record nel 2023 e anche l’occupazione dell’intero settore è aumentata, in un contesto che – a detta degli operatori – presenta prospettive favorevoli, grazie anche al previsto calo dei tassi a livello internazionale.

Stando al tradizionale rapporto annuo (cosiddetto barometro bancario) pubblicato oggi dall’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) gli istituti hanno conseguito un utile netto complessivo di 25,9 miliardi di franchi. Il dato è però stato dopato dall’ottimo affare – perlomeno a livello contabile – realizzato da UBS, che ha acquisito sotto costo Credit Suisse avvalendosi come noto di vaste garanzie statali. Se si correggono gli importi spurgando questo effetto per consentire confronti omogenei, l’importo dei guadagni si attesta a 7,6 miliardi di franchi, il 17% in più rispetto ai 6,5 miliardi de 2022.

Ma per i finanzieri elvetici l’anno è stato molto positivo anche nel normale andamento degli affari: il risultato operativo aggregato ha raggiunto 72,3 miliardi, in progressione del 3%. I patrimoni in gestione sono aumentati del 7%, raggiungendo 8392 miliardi di franchi: di questi 3794 miliardi provenivano da persone residenti all’estero, 4497 miliardi da clienti con domicilio nella Confederazione.

“Anche nel 2023 la Svizzera si è confermata il leader assoluto di mercato nel campo della gestione patrimoniale transfrontaliera per la clientela privata”, constata l’ASB. Con un volume di 2206 miliardi, i patrimoni in questo segmento si sono collocati del 5% al di sopra del livello dell’anno precedente, in termini rettificati per il tasso di cambio.

Un andamento in crescita è stato registrato anche dai prestiti ipotecari nazionali, che hanno messo a referto un incremento del 2% a 1179 miliardi. Analogamente all’anno precedente la quota maggiore del mercato era detenuta dagli istituti cantonali, con il 39%, seguiti dalle grandi banche, che segnano il 25%.

Le banche hanno registrato anche nel 2023 una lieve crescita dell’occupazione: a fine dicembre l’organico complessivo ammontava a 93’299 posti in equivalenti a tempo pieno, pari a un incremento di 1280 impieghi (+1%) rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di disoccupazione nel settore finanziario è stato pari al 2,3%, in linea con la media dell’economia svizzera complessiva.

Secondo il sondaggio annuale dell’ASB, tra la fine del 2023 e giugno 2024 il livello occupazionale sul mercato interno delle banche attive in Svizzera è rimasto pressoché invariato, con una diminuzione dello 0,1%, pari a 38 posti di lavoro. Per il secondo semestre 2024 oltre la metà delle società interpellate prevede un andamento occupazionale costante, mentre circa un terzo si attende di ampliare l’organico.

Se il 2023 è stato buono, anche il futuro si presenta roseo per le banche: gli esperti interpellati dall’ASB si attendono un risultato operativo invariato rispetto all’esercizio precedente. In un contesto di calo dei tassi d’interesse è probabile che il risultato delle operazioni su interessi diminuisca: gli specialisti interpellati partono tuttavia dall’assunto che questa flessione potrà essere parzialmente o integralmente compensata mediante un andamento positivo nei segmenti delle operazioni su commissione e prestazioni di servizio e nelle operazioni di negoziazione.

Nel comparto della gestione patrimoniale transfrontaliera è attesa per il 2024 una progressione del 5%, leggermente superiore rispetto al livello dell’anno precedente. Secondo gli esperti il mantenimento di tali livelli di crescita è soprattutto il risultato della rilevanza sempre maggiore della Svizzera come porto sicuro, un luogo cioè caratterizzato da un’elevata stabilità politica e da una moneta nazionale solida.

Più in generale opportunità per gli istituti vengono viste nel miglioramento dell’approccio al consumatore attraverso i canali digitali, come pure nella ripresa della congiuntura internazionale e in una politica monetaria meno restrittiva. Per quanto concerne i rischi sulla redditività che incombono sulla piazza bancaria elvetica, gli esperti fanno presente soprattutto fattori quali la crescente densità normativa nonché il calo dei tassi d’interesse con conseguente ulteriore erosione dei margini.

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