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BE: a Thun 800 ex “bambini collocati” in piazza per solidarietà

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Circa 800 ex “bambini collocati” (“Verdingkinder”) e altre vittime di affidamenti coatti si sono riuniti oggi a Thun (BE) al Kultur und Kongresszentrum in segno di solidarietà e per ricordare questo oscuro capitolo elvetico. Presente il consigliere federale Beat Jans.

È evidente che i sopravvissuti hanno acquisito una nuova fiducia in se stessi grazie alla rivalutazione collettiva realizzata in Svizzera, sottolinea in una nota la Fondazione Guido Fluri, all’origine dell’iniziativa popolare per la riparazione lanciata nel 2014 per chiedere risarcimenti per le vittime.

Per decenni, l’ingiustizia contro i bambini collocati e le altre vittime è stata nascosta e le azioni commesse sono state tabuizzate dalla società e dalla politica”, ha affermato nel discorso di apertura l’imprenditore elvetico Guido Fluri, iniziatore dell’evento odierno. “Oggi la loro storia personale è parte integrante della storia elvetica e non viene più negata o nascosta. Non sono più vittime, ma testimoni contemporanei, modelli per la generazione di oggi e per quella di domani”

Un modello per l’Europa

A rappresentare la Svizzera ufficiale a Thun era presente il consigliere federale Beat Jans, il quale ha sottolineato come gli sforzi della Svizzera per fare i conti con il passato siano ora un modello da seguire in Europa.

Nel suo discorso, il responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia, ha sottolineato l’importanza del riconoscimento pubblico, della rivalutazione e dei contributi di solidarietà: “Il gran numero di persone presenti oggi a questa festa estiva dimostra chiaramente che le leggi possono fare del bene. Per un ministro della giustizia è una constatazione molto piacevole. Quello che è successo negli ultimi anni dimostra che il nostro Stato costituzionale è tutt’altro che perfetto. Ma ci offre anche l’opportunità di migliorarlo”.

È essenziale, ha aggiunto Jans, che le persone colpite raccontino le loro storie di vita al pubblico più volte. In questo modo creano una consapevolezza dell’ingiustizia, non solo in Svizzera ma anche in Europa, dove le persone stanno iniziando a fare i conti con i propri casi di abuso.

Consiglio d’Europa: si proceda!

A fine gennaio l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, a cui appartengono 46 Stati con oltre 600 milioni di cittadini, ha votato a favore di un’indagine sui casi di abuso del passato come quella portata avanti in Svizzera, seguendo quanto richiesto da una mozione della NGO Justice Initiative – sostenuta dalla Fondazione Guido Fluri – presentata nel novembre 2022 dal parlamentare elvetico Pierre-Alain Fridez (PS/JU).

A questo proposito Jans ha detto ai partecipanti riuniti nel centro congressi: “È grazie al vostro coraggio che ora in Svizzera abbiamo una legge che è considerata un modello in tutta Europa. Il Consiglio d’Europa, custode dei diritti umani, raccomanda a tutti gli Stati membri di seguire l’esempio elvetico nel trattare i casi di abusi passati. Un grande successo! Il vostro successo!”.

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