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Cascate del Reno, arriverà una centrale elettrica? Vivaci reazioni

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) I cantoni di Zurigo e Sciaffusa stanno pensando di sfruttare le cascate del Reno, le più grandi d’Europa, per costruire una centrale idroelettrica.

L’idea, che interessa uno dei principali luoghi turistici svizzeri, sta già suscitando vivaci reazioni: sarebbe come tappezzare il Cervino con pannelli solari, sostengono i critici.

L’idea è di realizzare un impianto sotterraneo sulla sponda zurighese del fiume, riferisce oggi la Neue Zürcher Zeitung (NZZ). L’acqua verrebbe deviata prima delle cascate, incanalata sotto la terraferma attraverso una condotta forzata lungo 330 metri e rilasciata nuovamente dopo le cascate a Dachsen (ZH).

Verrebbero convogliati un massimo di 125’000 litri di acqua al secondo. Ciò consentirebbe di produrre 70 gigawattora di elettricità all’anno, pari alla corrente generata da cinque grandi turbine eoliche. Zurigo vede nelle cascate del Reno l’unico modo per espandere ulteriormente l’energia idroelettrica nel cantone e Sciaffusa è giunto alla stessa conclusione.

Il progetto ha però già provocato una levata di scudi. L’opposizione giunge ad esempio da Martina Munz, consigliera nazionale (PS/SH) e presidente di Aqua Viva, un’organizzazione per la tutela delle acque. Innanzitutto per motivi turistici, spiega alla NZZ: il luogo è visitato ogni anno da circa un milione di persone. Il prelievo di acqua (circa un quinto del flusso) potrebbe compromettere gravemente lo spettacolo naturale. “Qualsiasi altra regione metterebbe in risalto lo scenario naturale invece di sminuirlo”, sostiene la 68enne. “È come installare pannelli fotovoltaici sul Cervino”.

Vi sono poi preoccupazioni di carattere ecologico: le cascate del Reno sono elencate nell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale (IFP). Presso la prevista presa d’acqua della centrale è inoltre presente una popolazione di temoli di notevole importanza: si tratta di una specie ittica minacciata in Svizzera. Intorno alle cascate si trovano anche diversi siti di conservazione della natura. “La tutela del patrimonio non riguarda solo la lotta svizzera e lo jodel, ma anche la protezione dei nostri paesaggi”, argomenta Munz.

A suo avviso le cascate del Reno contribuiscono già oggi abbastanza alla transizione energetica. L’acqua viene infatti arginata nella centrale elettrica di Rheinau (ZH), che si trova a pochi chilometri a valle. Questo riduce l’altezza delle cascate. Sulla riva destra è inoltre in funzione dal 1950 anche una piccola centrale elettrica ad acqua fluente, di cui pochi sono a conoscenza. Munz vedrebbe di buon occhio che questo impianto fosse rinnovato o addirittura ampliato. Attualmente può accogliere un massimo di 30’000 litri al secondo, pari a un dodicesimo della portata media del Reno.

La presidente di Aqua Viva non capisce perché le cascate del Reno debbano essere utilizzate per generare elettricità, tanto più che la prevista centrare produrrebbe molta corrente soprattutto in estate. Munz vede un potenziale maggiore altrove: ad esempio nell’espansione dell’energia eolica e solare nel cantone. “Non sono a conoscenza di nessun parcheggio a Sciaffusa che sia coperto da pannelli solari”, dice.

Di parere diametralmente opposto è il consigliere di stato sciaffusano Martin Kessler, responsabile della politica energetica, dei trasporti, dell’edilizia e dell’ambiente nel cantone di oltre 80’000 abitanti. Già nel 2011, quando era granconsigliere, aveva auspicato l’espansione dello sfruttamento idroelettrico del Reno vicino a Sciaffusa. Il 56enne accoglie con favore la decisione del cantone di Zurigo di includere la centrale alle cascate del Reno nel piano direttore. Il confine tra i due cantoni passa proprio in mezzo al fiume.

Dieci anni or sono i cittadini di Sciaffusa avevano respinto una revisione della legge sulla gestione delle acque che avrebbe reso possibile la costruzione di un’ulteriore centrale alle cascate del Reno. Secondo Kessler i tempi sono però nel frattempo cambiati. Gli svizzeri sono ora più consapevoli del fatto che le fonti rinnovabili devono essere ampliate in modo massiccio nell’ambito della Strategia energetica 2050, afferma in dichiarazioni riportate dal quotidiano zurighese. “Dobbiamo esaminare ogni angolo per vedere dove possiamo ancora produrre elettricità: ciascun chilowattora conta”.

Attraverso un’animazione realizzata dai suoi servizi cantonali (il video è consultabile all’indirizzo https://player.vimeo.com/video/641943609) il politico PLR mostra la differenza che farebbe il prelievo supplementare di acqua. L’intervento sarebbe più evidente in caso di portata media: le rocce emergerebbero dove prima scorreva l’acqua e le cascate del Reno apparirebbero meno impressionanti. Ma quando l’acqua che scende dalle cascate è già poca o, al contrario, è molta la differenza sarebbe quasi irrilevante.

Per Kessler il confronto con il Cervino non tiene. Se fosse disponibile un progetto, anche un impianto solare sulla montagna vallesana dovrebbe essere esaminato nell’ambito di una ponderazione degli interessi, afferma. Ma questo non può essere paragonato al progetto delle cascate del Reno: a Sciaffusa i visitatori non vedrebbero la centrale idroelettrica. “L’impianto non danneggerà lo spettacolo naturale delle cascate”.

Sul tema potrebbe essere chiamato ad esprimersi il popolo sciaffusano e a questo proposito il padre di due figlie non vuole indicare un orizzonte temporale. Tuttavia, sulla base dell’esperienza raccolta con i progetti eolici, conclude: “Non si fanno progetti come questo per se stessi, ma per i propri nipoti”.

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