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Cassa pensione fallisce, per i vertici scatta l’incubo finanziario

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Uno scenario finanziariamente terrificante: si ricopre una carica accessoria come un posto in un consiglio di fondazione e ci si ritrova improvvisamente di fronte a una richiesta di risarcimento per milioni di franchi.

È quello che stanno vivendo dodici ex membri di una cassa pensione friburghese, la ACSMS (istituto di previdenza dei servizi medico-sociali del distretto della Sarine), che è fallita nel 2015, riferisce oggi la SonntagsZeitung. Un gestore patrimoniale assunto dalla fondazione ha polverizzato, speculando, 70 milioni di franchi, motivo per cui la cassa ha dovuto chiudere. L’uomo è stato condannato a diversi anni di carcere per appropriazione indebita qualificata e il suo caso è ancora pendente davanti al Tribunale federale.

La corte di Losanna negli ultimi giorni ha però deciso su un un’altra questione: gli ex membri del consiglio di fondazione che erano in carica quando il gestore ha effettuato gli investimenti ad alto rischio sono stati giudicati responsabili per un totale di 20 milioni di franchi, in solido e con tutti i loro beni privati. Nei loro confronti è stata infatti promossa una causa da parte del Fondo garanzia LPP, che è intervenuto dopo la bancarotta per pagare le pensioni degli assicurati, e che ha voluto recuperare parte del denaro.

Contattate dal domenicale, le persone interessate non desiderano rilasciare commenti sul tema: vogliono prima analizzare la situazione e discutere come procedere. Ad esprimersi è però Peter V. Kunz, professore di diritto commerciale, che non esita a parlare di “drammi personali” nel caso in esame. Chiunque sia ritenuto responsabile come privato per un danno milionaria è minacciato di bancarotta personale: il che significa che, in linea di principio, tutti i beni e tutti i redditi per tutta la vita saranno sequestrati dai creditori fino al livello minimo di sussistenza. “Posso solo sperare che la sentenza sia un campanello d’allarme per tutti coloro che sono coinvolti in fondazioni, associazioni e consigli di amministrazione di piccoli e medie imprese”, osserva l’esperto in dichiarazioni al settimanale. Le persone devono essere consapevoli che tali incarichi, spesso svolti come servizio di cortesia, sono associati a rischi per il proprio patrimonio e la propria reputazione.

I membri del consiglio di fondazione sono personalmente responsabili anche se non conoscono a sufficienza la materia. “L’ignoranza o l’incompetenza non proteggono dalla responsabilità”, spiega il giurista. Sono responsabili anche se sono stati assenti alla riunioni decisive o si sono astenuti dal voto. In teoria, i membri dei consigli di fondazione hanno l’obbligo di seguire una formazione continua, ma pochi ne sono consapevoli.

Secondo Kunz i titolari di cariche altamente remunerate nei consigli di amministrazione (Cda) o nei consigli di fondazione delle grandi organizzazioni sono meno a rischio perché, in primo luogo, sono ben retribuiti e, in secondo luogo, sono ampiamente assicurati in caso di danni. Non è così per le organizzazioni più piccole, dove i vertici lavorano gratuitamente o per un modesto compenso di poche migliaia di franchi all’anno. ACSMS era probabilmente una di queste organizzazioni. Per loro l’assicurazione non è economicamente vantaggiosa, ma si assumono comunque un rischio considerevole.

Secondo il TF il consiglio di fondazione di ACSMS ha agito in modo imprudente; in quanto investitore professionale avrebbe dovuto fare più domande. Il tribunale non ha però riconosciuto alcuna intenzione dolosa o condotta fraudolenta, motivo per cui i membri del consiglio di fondazione non sono stati ritenuti responsabili dell’intera perdita.

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