CF: esercito lasciato per servizio civile, “è meno utile”
Il servizio militare è considerato meno utile e più difficilmente conciliabile con la propria vita privata rispetto a quello civile, senza dimenticare le spinose questioni dell'avanzamento e del rispetto delle gerarchie.
(Keystone-ATS) Questi in sintesi i risultati di uno studio che mette a confronto le due vie, su cui è stato informato oggi il Consiglio federale.
Ogni anno, scrive il governo in una nota divulgata oggi, circa 11’000 persone che devono prestare servizio militare lasciano l’esercito prima di aver adempiuto il proprio obbligo. Oltre il 60% passa al servizio civile.
Per comprendere meglio i motivi di questo fenomeno e adottare misure efficaci volte a garantire gli effettivi dell’esercito, Aggruppamento Difesa e Ufficio federale del servizio civile (CIVI) hanno commissionato uno studio. Esso, viene precisato, non ha preso in considerazione l’aspetto del conflitto di coscienza.
La ricerca ha coinvolto tramite un sondaggio online 3268 persone soggette al servizio civile e 1066 militari. Successivamente sono stati svolti colloqui per validare i risultati e approfondire vari argomenti.
Quanto è emerso è che, rispetto al servizio civile, un impiego nell’esercito è percepito come meno utile. Solo il 48% dei civilisti ritiene che il militare offra attività interessanti. Per oltre tre su quattro, la mancanza di utilità è percepita come una ragione valida per cambiare percorso.
Inoltre, l’85% delle persone soggette al servizio civile con esperienza in grigioverde considera il militare come meno conciliabile con la propria vita privata. In tanti, soprattutto dopo la scuola reclute, hanno quindi optato per un cambiamento.
Anche l’obbligo di avanzamento contribuisce alla riduzione dell’attrattiva del servizio militare. Oltre la metà dei civilisti ha poi incontrato difficoltà con lo stile di condotta e le strutture gerarchiche dell’esercito. Circa un quarto ha ritenuto che lo stress psicologico durante la scuola reclute fosse troppo elevato o ha dichiarato di aver subito discriminazioni. Infine, gli intervistati hanno considerato in parte poco sensati e poco appropriati i contenuti e la metodologia dell’istruzione.
Nelle valutazioni finali, l’istituto di ricerca esterno che si è occupato dello studio formula diverse raccomandazioni. Ad esempio, l’esercito dovrebbe comunicare meglio e illustrare in modo pratico la sua utilità e il suo obiettivo. Andrebbero anche rese più attrattive la carriera di quadro e l’istruzione.