Cina, ‘basta sanzioni unilaterali sul nucleare dell’Iran’

Cina, Russia e Iran hanno tenuto "discussioni approfondite" a Pechino sulla questione del nucleare di Teheran, sottolineando l'importanza di porre fine a tutte le sanzioni unilaterali illegali".
(Keystone-ATS) È quanto ha detto Il vice ministro degli Esteri cinese Ma Zhaoxu in una conferenza stampa dopo l’incontro a tre di Pechino, nel resoconto del network statale CCTV. La Cina sostiene la politica dell’Iran di cooperazione continua con l’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) e sottolinea la necessità di rispettare pienamente il diritto di Teheran “a usi pacifici dell’energia nucleare in quanto parte del trattato” del 2015.
Cina, Russia e Iran “hanno esortato le parti interessate ad affrontare le cause profonde, ad abbandonare le sanzioni, le tattiche di pressione e le minacce di forza”, ribadendo “l’importanza della risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza dell’Onu” e la sua tempistica. L’invito “è di evitare azioni capaci di aggravare la situazione” e di promuovere, al contrario, “atmosfera e condizioni favorevoli per gli sforzi diplomatici”, ha aggiunto Ma Zhaoxu, per il quale “l’impegno politico e il dialogo basato sul rispetto reciproco sono le uniche opzioni efficaci e praticabili”.
Le parti hanno ribadito l’importanza di rispettare il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari come pietra angolare del sistema internazionale. Inoltre, Cina e Russia hanno accolto con favore “la riaffermazione dell’Iran della natura pacifica del suo piano nucleare”, con l’impegno sulla cooperazione con l’Aiea.
L’incontro trilaterale è maturato pochi giorni dopo che Teheran ha respinto gli “ordini” americani di riprendere il dialogo. Nel 2015, l’Iran ha raggiunto un accordo con Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania, accettando di limitare il suo programma nucleare in cambio della revoca delle sanzioni. Ma nel 2018, il presidente americano Donald Trump, durante il primo mandato alla Casa Bianca, decise il ritiro Usa dal patto.
La scorsa settimana, il tycoon ha riferito di aver inviato una lettera al leader supremo Ali Khamenei per i colloqui sul nucleare, ammonendo che “ci sono due modi in cui l’Iran può essere gestito: militarmente o con un accordo”. Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha risposto che il Paese non avrebbe negoziato con gli Usa sotto minaccia e che non si sarebbe piegato agli “ordini”. Teheran ha poi contestato, definendolo un “abuso”, l’incontro a porte chiuse tenuto in settimana da sei dei 15 membri del Consiglio di sicurezza (Usa, Francia, Grecia, Panama, Corea del Sud e Gran Bretagna) dedicato alle sue ambizioni nucleari. L’Iran ha negato di lavorare allo sviluppo di armi nucleari, ma l’Aiea ha avvertito a febbraio che Teheran stava “drammaticamente” accelerando l’arricchimento dell’uranio fino a raggiungere circa il 90% del livello di qualità per la messa a punti di testate.