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Commercio al dettaglio svizzero, pressione dalla Cina

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Se c’è un concorrente di cui il settore del commercio al dettaglio svizzero potrebbe fare a meno, quello è Temu. I suoi prezzi stracciati hanno relegato Amazon, un tempo nemico numero uno, al secondo posto.

Sotto pressione, i rivenditori in Svizzera, e più in generale in Europa, chiedono a gran voce una regolamentazione più severa.

“Chiediamo solo che vengano applicate le stesse norme a tutti”, ha dichiarato all’AWP Christoph Lütke Schelhowe, responsabile per Germania, Svizzera e Austria di Zalando. La Svizzera è uno dei mercati “più maturi e consolidati” del gigante tedesco della moda. Se la concorrenza cinese fa tremare una piattaforma di questo tipo, che dire della situazione dei piccoli rivenditori?

Quando gli e-tailer – le aziende che vendono attraverso Internet, ndr – cinesi consegnano in Svizzera, spesso evitano di pagare i dazi doganali e l’imposta sul valore aggiunto (IVA), perché gli ordini vengono suddivisi in diverse piccole spedizioni e, visto che sono inferiori a 65 franchi, sono esenti da IVA.

Ma questo non è l’unico punto su cui ci sono attriti. Il dito è puntato anche sulle pratiche commerciali. Ieri l’associazione di categoria Swiss Retail Federation (SRF), insieme ad altre organizzazioni, aveva presentato una denuncia per pratiche commerciali scorrette presso la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) contro Temu Svizzera. Sono state denunciate pratiche commerciali scorrette, in particolare per quanto riguarda la pubblicità.

Inoltre, oggi Temu è finita tra i sorvegliati speciali dell’Ue e figura sulla lista delle grandi piattaforme tech chiamate a conformarsi alle rigorose norme di sicurezza dell’Ue contenute nel Digital Services Act (Dsa). Tra gli obblighi imposti dall’Ue vi è anche il monitoraggio dei “rischi relativi alla quotazione e alla vendita di beni contraffatti”.

Tuttavia, le false promozioni non sono un’esclusiva delle piattaforme cinesi, e in Svizzera sono già state emesse condanne. Il meccanismo è semplice: gonfiare i prezzi per far credere che gli sconti siano maggiori di quelli reali. Su Temu tutti i prodotti appaiono in offerta speciale, anche i nuovi arrivi sulla piattaforma. L’associazione di categoria chiede quindi all’azienda cinese di dimostrare che queste promozioni sono reali.

In Svizzera, ogni rivenditore che pubblicizza una promozione deve rispettare alcune regole, come quella di indicare chiaramente l’elemento di confronto (prezzo precedente, concorrenza o prezzo di lancio) e, in caso di autoconfronto con il prezzo precedente, quest’ultimo deve essere stato attuato per un il doppio del tempo rispetto al nuovo prezzo, secondo la normativa vigente.

Una crescita folgorante

Filiale di Pinduoduo, che è la più grande piattaforma tecnologica incentrata sull’agricoltura in Cina, Temu è stata lanciata in Europa solo due anni fa e da allora è cresciuta a un ritmo vertiginoso. Secondo le stime della società di ricerca Carpathia, le vendite in Svizzera nel 2023 hanno superato i 350 milioni di franchi. Il calcolo è basato su nove mesi, dato che la piattaforma ha iniziato a operare ufficialmente solo a marzo. Visti i prezzi molto bassi applicati dalla piattaforma, questa cifra va sicuramente moltiplicata per tre o addirittura per cinque per stimare la perdita di entrate per gli e-tailer elvetici.

La concorrenza tra i fornitori per mantenere i prezzi più bassi possibile e gli enormi budget pubblicitari hanno sostenuto la crescita fulminea della piattaforma cinese, le cui vendite globali dovrebbero raggiungere quest’anno i 60 miliardi di dollari (54,8 miliardi di franchi), più che triplicando la cifra registrata nel 2023, secondo Temu. A titolo di confronto, i ricavi di Amazon ammontavano a 575 miliardi l’anno scorso.

Mentre la concorrenza cinese è sottoposta a un attento esame, i rivenditori europei non perdono le speranze. “Stiamo seguendo una strategia diversa e ci stiamo differenziando attraverso la qualità, che parte dalla qualità dei prodotti e si estende all’intera esperienza di acquisto, dalla ricerca di articoli sulla piattaforma al servizio clienti”, commenta Lütke Schelhowe.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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