Cremlino, cambio dottrina nucleare è segnale a Paesi ostili
(Keystone-ATS) Le modifiche annunciate della dottrina nucleare russa sono un segnale chiaro inviato ai paesi ostili. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalla Tass.
“Questo è un segnale che avverte questi Paesi delle conseguenze se partecipano ad un attacco al nostro Paese con vari mezzi, e non necessariamente nucleari”, ha affermato Peskov.
La Russia non ha in programma un aumento dei propri arsenali nucleari, “piani di questo tipo non sono stati discussi e non ci sono state dichiarazioni al riguardo” nella riunione del Consiglio di sicurezza russo, ha aggiunto il portavoce di Putin.
Le autorità russe decideranno dopo se pubblicare o meno la dottrina di deterrenza nucleare russa di cui Putin ha annunciato la modifica, ha dichiarato ancora Peskov, ripreso dall’agenzia Interfax. “Successivamente verrà presa una decisione sulla pubblicazione o meno e sull’ora della pubblicazione corrispondente: vi informeremo tempestivamente”, ha aggiunto il portavoce del Cremlino ai giornalisti secondo l’agenzia di stampa russa.
Dal canto suo, il presidente russo Vladimir Putin, intervenendo a una conferenza sul settore energetico, ha dichiarato che “i Paesi occidentali usano le sanzioni usando vari pretesti come “strumenti di concorrenza sleale”, perché “spesso perdono in una competizione leale”.
“Anche noi abbiamo le nostre difficoltà, ma la Russia rimane uno dei principali partecipanti al mercato energetico mondiale”, ha aggiunto Putin, citato dall’agenzia Tass.
Secondo il presidente, se prima dell’inizio del conflitto in Ucraina, e quindi delle sanzioni occidentali, la quota della regione Asia-Pacifico nelle esportazioni energetiche russe era di circa il 39%, “alla fine dello scorso anno è aumentata di 1,5 volte e ha già superato il 60%”. In generale, ha sottolineato ancora Putin i “Paesi amici” acquistano il 90% dell’energia esportata dalla Russia. “Ecco perché – ha concluso – il suo volume fisico, ad eccezione del gas naturale, è rimasto praticamente al livello del 2021”.
Frattanto, il ministero della Difesa russo ha detto che nelle ultime 24 ore sono stati effettuati bombardamenti su diverse regioni dell’Ucraina che hanno preso di mira in particolare “strutture energetiche che sostenevano il funzionamento di imprese del complesso militare-industriale e l’infrastruttura di un aeroporto militare”. Nel bollettino quotidiano postato dal dicastero sul suo canale Telegram si afferma che nei raid sono stati impiegati aerei, droni, missili e artiglieria.
Le truppe russe hanno in particolare conquistato la cittadina di Ukrainsk, nella regione ucraina di Donetsk, secondo quanto annuncia il ministero della Difesa di Mosca, citato dalle agenzie russe.
Stando al capo dell’amministrazione militare regionale, Ivan Fedorov, come riporta Rbc-Ucraina, è salito ad almeno 10 il bilancio dei feriti dell’attacco russo con bombe plananti lanciato la notte scorsa contro la città di Zaporizhzhia.
Almeno quattro missili ipersonici Kinzhal lanciati da un caccia MiG-31K russo si stanno dirigendo verso il territorio ucraino: lo ha reso noto l’Aeronautica militare di Kiev, aggiungendo che un allarme antiaereo è scattato in tutto in Paese. Lo riporta Ukrinform.
L’Aeronautica ha precisato che uno dei missili è in volo verso la parte occidentale dell’Ucraina, un altro verso Zhytomyr (nordovest), uno verso la regione di Chmelnycky (ovest) e il quarto verso la città di Starokostiantyniv, sempre nella regione di Chmelnycky.
L’Aeronautica militare ucraina ha precisato successivamente che tre missili ipersonici Kh-47 M2 Kinzhal sono stati lanciati dallo spazio aereo russo in direzione della città di Starokostiantyniv, nella regione di Chmelnycky (ovest) tra le 10:00 e le 11:00 ora locale (le 11:00 e mezzogiorno in Svizzera).
“Secondo i dati preliminari, nel cielo della Federazione Russa c’erano quattro aerei da combattimento MiG-31K – si legge in un messaggio pubblicato su Telegram -. Le informazioni sui luoghi di arrivo o di sconfitta non sono pubbliche”.