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CSt: amministrazione, no indennità partenza quadri superiori

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Le indennità di partenza per i quadri della Confederazione e delle aziende parastatali andrebbero abolite. È quanto auspica un’iniziativa parlamentare adottata oggi dal Consiglio degli Stati per 20 voti a 16 e un astenuto.

Il dossier va alla competente commissione del Nazionale. Quella degli Stati aveva raccomandato di respingere l’atto parlamentare inoltrato dall’ex “senatore” Thomas Minder (Indipendente-UDC/SH).

L’ultimo caso noto che ha suscitato incomprensione, citato durante la discussione in aula da Werner Salzmann (UDC/BE), riguarda la direttrice di fedpol, Nicoletta della Valle, cui è stato concesso un bonus di 340 mila franchi.

Per la commissione, Heidi Z’graggen (Centro/UR) ha sostenuto che è necessaria una certa flessibilità per i quadri superiori della Confederazione. Inoltre, abolire questi bonus avrebbe un impatto minimo sulla massa salariale.

Stando al testo dell’iniziativa, andrebbe adeguata la legge sul personale federale affinché i membri delle direzioni (rispettivamente dei vertici operativi) e dei consigli d’amministrazione (rispettivamente degli organi strategici sovraordinati) dell’Amministrazione federale e di aziende e istituti parastatali non percepiscano alcuna indennità di partenza.

A parere di Minder, benché da dieci anni sia vietato il versamento di indennità di partenza ai membri del Cda e della direzione di società le cui azioni quotate in borsa, oggi è tutt’ora permesso erogare questi “paracadute dorati” ai quadri superiori dell’Amministrazione federale e delle aziende parastatali.

A detta dell’ex consigliere gli Stati, non sussiste alcun motivo che giustifichi l’ulteriore versamento di tali retribuzioni, tanto più che i salari ordinari sono già assai elevati. L’indennità di buonuscita è in questi casi di fatto già compresa nello stipendio ordinario.

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