Domenica si vota in Messico. Per la successione al presidente Enrique Peña Nieto sono in lizza quattro candidati: il grande favorito Manuel López Obrador, leader del movimento Morena, ampiamente in testa (52%) in tutti i sondaggi. Un personaggio che si è definito l'anti Trump.
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tvsvizzera.it/fra con RSI News
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Ciudad Juarez, Messico. È in questa città fino a qualche anno fa tragicamente nota come “il posto più pericoloso del mondo” che Andres Manuel López Obrador ha lanciato la sua campagna per la presidenza.
Tutti i sondaggi danno il leader del partito MORENA in netto vantaggio sugli altri tre sfidanti, grazie a un messaggio populista di sinistra che sembra fare presa su un elettorato stanco della corruzione politica, dello sperpero di denaro pubblico e di una violenza tuttora endemica (29’000 omicidi solo nel 2017).
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Nuova era
Se le previsioni dei sondaggi si tradurranno, anche solo in parte, in realtà, il Messico entrerà domani in una nuova importante fase della sua storia nazionale che comporterà lo scardinamento del sistema dei partiti tradizionali al potere da 90 anni.
Condizione di questo è che le urne consacrino il candidato di centrosinistra del movimento Morena, Andrés Manuel López Obrador, vincitore delle elezioni presidenziali, sfida da lui intrapresa per la terza volta dopo le sconfitte subite nel 2006 e nel 2012.
Nell’esercizio elettorale più importante della sua storia politica, il Messico elegge contemporaneamente il successore del presidente Enrique Peña Nieto, Camera e Senato, i governi degli Stati, nonché i sindaci delle città ed i parlamenti locali.
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