La Torre dell'orologio di Berna è uno dei monumenti più fotografati della capitale svizzera.
Keystone / Lukas Lehmann
L'ufficio turistico della capitale svizzera non intende più fare marketing in mercati lontani e vuole focalizzarsi su quello interno e della vicina Europa. Una decisione che non piace a molti albergatori.
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tvsvizzera.it/mar
Berna è una delle destinazioni turistiche più gettonate della Svizzera. Prima dello scoppio della pandemia, le foto di gruppo di comitive provenienti in particolare dall’Asia davanti alla famosa torre dell’orologio erano una delle scene quotidiane a cui si poteva assistere nel centro storico della capitale, iscritto al patrimonio mondiale dell’Unesco.
I turisti e le turiste provenienti da altri continenti stanno pian piano tornando, anche se si è ancora lontani dai livelli pre-Covid.
L’ente turistico della città vuole però ora cambiare strategia, non puntando più indiscriminatamente su gente proveniente da ogni parte del globo, ma concentrandosi sul mercato svizzero e della vicina Europa.
“Vogliamo essere pionieri: focalizzandoci sul mercato interno e vicino – ovvero con un tempo di viaggio complessivo per arrivare a Berna di al massimo 6-8 ore – promuoviamo un turismo di qualità e un turismo sostenibile”, afferma ai microfoni della Radiotelevisione svizzera Manuela Angst, direttrice di Bern Welcome.
Questo cambio di rotta non fa però l’unanimità. Il settore alberghiero della capitale non lo vede infatti di buon occhio, poiché i turisti che vengono da lontano restano generalmente più a lungo.
“Ha senso puntare dapprima sui mercati vicini, ma non basta per avere un volume sufficiente di ospiti”, osserva Corina Gilgen, presidente di Hotelleriesuisse Berna e Mittelland. “Per questo motivo – prosegue – è davvero importante attrarre turismo individuale di alta qualità anche dai mercati lontani, quelli extra-continentali”.
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