La Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha deciso di alzare i tassi d’interesse da -0,75% a -0,25% per contrastare l’inflazione. A questo annuncio la Borsa ha reagito con un brusco ribasso e il franco si è rafforzato.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
In pochi se lo aspettavano: dopo oltre sette anni, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha deciso di voltare pagina e inasprire la sua politica monetaria. L’istituto centrale alza i tassi guida e i tassi d’interesse sugli averi a vista detenuti sui suoi conti di mezzo punto percentuale, passando da -0,75% a -0,25%, con una mossa che mira a contrastare l’accresciuta pressione inflazionistica.
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La maggioranza degli analisti si attendeva un rialzo dei tassi solo da settembre, ma la banca centrale ha voluto già ora impedire che l’inflazione in Svizzera si diffonda maggiormente ai beni e ai servizi, dopo aver raggiunto in maggio il 2,9%. L’istituto, inoltre, non esclude che nei prossimi mesi si renderanno necessari ulteriori rialzi.
Una sorpresa, ma non per tutti: tra chi se l’aspettava c’era il professore di economia Mauro Baranzini, che ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI ha definito la decisione della BNS in linea con quanto già fatto da altri istituti. Il franco svizzero, ha aggiunto, era in parità con il dollaro americano. I risultati si vedranno sul lungo termine, ha aggiunto. “La situazione migliorerà tra 3-4 anni”. Nei prossimi mesi, avverte, i tassi ipotecari continueranno a salire: “Chi vuole aprire un’ipoteca, si muova”.
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Non solo la BNS
La Federal Reserve statunitense è anch’essa intervenuta per contrastare la situazione economica globale, aumentando mercoledì di 0,75 punti percentuali il suo tasso d’interesse. Si tratta del maggiore incremento dal 1994 a oggi. Dal canto suo la Banca centrale europea (BCE) ha segnalato un primo ritocco in luglio e un secondo in settembre.
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