La Russia accusa l’Ucraina di aver bombardato la centrale nucleare di Zaporizhia, mentre Kiev parla di una minaccia avanzata dai russi per farla esplodere.
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tvsvizzera.it/mrj
La centrale nucleare ucraina di Zaporizhia è tornata negli ultimi giorni al centro dell’attenzione internazionale: Mosca accusa Kiev di averla bombardata. L’Ucraina, dal canto suo, parla di una minaccia avanzata dai russi di farla esplodere, con conseguenze catastrofiche per l’intero continente europeo.
“Sarà terra russa oppure un deserto bruciato”: questo, secondo Kiev, il messaggio inviato da un comandante dell’esercito di Mosca. Le strutture importanti dell’impianto, che è il più grande d’Europa, sarebbero già state minate. Il rischio di una catastrofe, afferma Kiev, è dietro l’angolo.
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Far esplodere una centrale nucleare, però, non è così semplice, afferma l’ingegnere nucleare Alessandro Dodaro ai microfoni della Radiotelevisione svizzera: “È vero che si potrebbe colpirla con delle bombe oppure mettere, ma il nocciolo della centrale, che è la parte più pericolosa, poiché contiene il combustibile (uranio) è protetta da uno schermo di 6 centimetri di acciaio, per cui è davvero difficile farla saltare in aria. Inoltre, anche se capitasse, non ci sarebbe un’esplosione verso l’esterno come è successo a Chernobyl”. Il nocciolo sarebbe messo a nudo e ci potrebbe essere una fusione: nessun rischio, quindi, di nubi radioattive.
Non ci sarebbero nemmeno rischi se l’impianto restasse senza elettricità: si spegnerebbe e i generatori diesel continuerebbero a garantire il raffreddamento del nocciolo.
La stessa autorità di sicurezza ucraina, spiega Dodaro, ha fatto dei controlli sui livelli di radioattività ambientale senza riscontrare anomalie: “Oggi la situazione è sicura e secondo me lo rimarrà”.
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