Abusi nella Chiesa vallesana, in 32 si rivolgono alla giustizia
La Procura cantonale precisa che non è stato ancora aperto nessun procedimento penale sulle violenze emerse nella diocesi.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Oltre trenta persone si sono annunciato presso le autorità giudiziarie in Vallese in relazione all’indagine preliminare sugli abusi sessuali perpetrati all’interno della Chiesa cattolica.
Secondo quanto rivelano fonti della procura cantonale cinque persone hanno chiesto di essere sottoposti a un interrogatorio formale e sono disponibili a reiterare le loro testimonianze in eventuali ulteriori tappe procedurali. Altre 27 sono state ascoltate dalle e dagli inquirenti ma al momento non sono intenzionati a partecipare a un procedimento penale.
Nessun procedimento formale
In proposito, ha precisato la procuratrice Béatrice Pilloud, non è stata ancora avviata un’inchiesta formale a carico di eventuali indiziati. Il motivo principale è dovuto al fatto che tutti i casi segnalati sono caduti in prescrizione oppure gli individui accusati sono nel frattempo deceduti.
Alcune persone coinvolte dalle dichiarazioni rese dalle presunte vittime o da testimoni, ha aggiunto il Ministero pubblico, sono state sentite però già sentite dalle autorità inquirenti. Non vengono menzionati ulteriori dettagli da parte della Procura cantonale che si è limitata a riferire che il vescovado sta collaborando pienamente con la giustizia per far luce su quanto avvenuto all’interno della Chiesa.
Una perizia ordinata dal vescovo
In relazione a questo scandalo alcuni giorni fa la diocesi vallesana ha fatto sapere che negli ultimi tre mesi dieci presunte vittime di abusi sessuali si sono rivolte a una società di revisione indipendente esterna (Vicario Consulting), alla quale il vescovo aveva commissionato un audit il primo novembre scorso per far luce sulla gestione di queste violenze da parte delle autorità ecclesiastiche e sulle eventuali responsabilità.
In proposito la diocesi afferma di aver ricevuto diverse testimonianze e ha lanciato un appello alle vittime riguardo a due situazioni specifiche: una concerne un vicario di una parrocchia di Sion, di origine francese, morto nel 1977, che avrebbe abusato di diversi bambini per anni.
L’altra è legata al responsabile di una parrocchia nella parte francofona della diocesi per 48 anni, morto nel 1983 e che avrebbe abusato di adulti e bambini.
Da parte sua la perizia preliminare rileva che “il bisogno di riconoscimento delle vittime e le loro diverse aspettative nei confronti della Chiesa – in termini di proattività, comunicazione e trasparenza – sono ben lungi dall’essere state pienamente soddisfatte” e che occorrerà verificare se le direttive della Commissione della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) pubblicate nel 2019 sono state rispettate nei casi più recenti.
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