Un tribunale di Melbourne, in Australia, ha deciso martedì che il cardinale George Pell dovrà comparire davanti ai giudici per rispondere delle accuse di abusi sessuali. Accuse che il prelato respinge con fermezza.
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George Pell, 76 anni, è il più alto rappresentante della Chiesa cattolica ad essere incriminato per reati sessuali.
La natura esatta dei fatti che gli sono imputati non è stata svelata. Le autorità giudiziarie si sono limitate a parlare di “diversi querelanti” e “diversi capi d’accusa”. Il magistrato Belinda Wallington ha stralciato alcune delle accuse mosse contro Pell, risalenti agli anni ’70. Per altri capi d’imputazione ha però deciso che vi sono prove sufficienti per giudicarlo.
Il cardinale si è dichiarato “non colpevole”, ribadendo così la posizione mantenuta sin dall’inizio della vicenda.
Il prelato è in libertà su cauzione e non può lasciare il paese. L’ex arcivescovo di Sidney e di Melbourne aveva lasciato temporaneamente le sue funzioni in Vaticano per potere rientrare in Australia al fine di difendersi dalle accuse portate su di lui.
La Santa Sede non ha espresso commenti, limitandosi a prendere atto della decisione della giustizia australiana.
Una lunga inchiesta
Prete nelle regioni rurali dello Stato di Victoria negli anni 1970 e 1980, George Pell era stato nominato arcivescovo di Melbourne nel 1996 e poi di Sydney nel 2001. Nel 2014 era poi entrato in Vaticano.
L’annuncio del suo rinvio a giudizio era coinciso con la fine di una lunga inchiesta su scala nazionale sulle risposte istituzionali date in Australia agli abusi sessuali commessi su bambini. Il governo aveva deciso di aprire le indagini nel 2012, dopo un decennio di pressioni da parte delle vittime.
Il cardinale Pell era stato ascoltato tre volte nel quadro dell’inchiesta e aveva ammesso di avere compiuto degli sbagli nella gestione dei preti pedofili nello Stato di Victoria durante gli anni ’70.
Nel dicembre scorso, la commissione d’inchiesta era giunta alla conclusione che le istituzioni avevano “gravemente mancato ai loro doveri” nei confronti dei bambini per decenni.
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