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Accordo storico nell’UE sul salario minimo

Lavoratore in una fonderia tedesca.
Lavoratore in una fonderia tedesca. Keystone / Friedemann Vogel

Con un accordo trovato nel cuore della notte a Strasburgo, l'Europa tiene fede a una delle promesse fondamentali varando salari minimi 'equi e adeguati' per tutti i lavoratori nel Continente.

L’intesa – raggiunta dopo una maratona negoziale di sette ore tra la Commissione, il Parlamento Ue e i Paesi membri, da formalizzare il 16 giugno – manda “un messaggio forte e chiaro ai cittadini europei: nessuno dovrebbe trovarsi in povertà mentre lavora”, ha detto il commissario europeo per il Lavoro, Nicolas Schmit, di area socialista, impegnato da mesi su questa direttiva. Per la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, la dignità del lavoro sarà tutelata con compensi adeguati e il lavoro tornerà a pagare.

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Il testo, nel concreto, fissa i criteri per minimi sopra la soglia della sopravvivenza, tenendo conto del costo della vita e del potere d’acquisto nei singoli paesi. Questo attraverso un salario minimo fissato per legge oppure l’estensione della copertura della contrattazione collettiva, che dovrà arrivare all’80% anche, se necessario, tramite un piano di azione sotto il monitoraggio dell’Ue.

Due strade alternative che, a cascata, dovrebbero ridurre le disuguaglianze e mettere un freno ai contratti precari e pirata.

A decidere la via da percorrere sono i governi nazionali, compresi quelli, come l’Italia e i nordici (Austria, Danimarca, Finlandia e Svezia) e Cipro che hanno una copertura di contrattazione collettiva elevata ma non hanno retribuzioni minime per legge.

Nel resto d’Europa, i salari minimi dovranno adeguarsi ai valori indicativi usati a livello internazionale: il 60% del salario lordo mediano e il 50% del salario lordo medio, con un aggiornamento automatico ogni due anni. Un modo per migliorare la convergenza nell’Unione, dove il ‘minimum wage’ viaggia tra i 332 euro mensili della Bulgaria e i 2’257 euro del Lussemburgo, non superando la quota dei mille euro in 13 Paesi (Est, Baltici, Grecia, Portogallo) e restando fra 1’000 e 1’500 in due (Slovenia e Spagna).

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