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Al via a Lugano la conferenza sull’Ucraina

Da destra la presidente della Commissione Ue Von der Leyen, il ministro degli Esteri Cassis e il premier ucraino Denys Shmyhal.
Da destra, la presidente della Commissione Ue Von der Leyen, il ministro degli Esteri Cassis e il premier ucraino Denys Shmyhal. © Keystone / Michael Buholzer

Tra imponenti misure di sicurezza si è aperta lunedì a Lugano la conferenza internazionale sull'Ucraina (Ukraine Recovery Conference URC 2022) che ha la finalità di definire un piano per la ricostruzione futura dell'Ucraina, sotto il profilo economico e infrastrutturale, ma anche sociale e umanitario.

Il vertice si concluderà martedì con la stesura della Dichiarazione di Lugano cui contribuiranno i partecipanti che da ieri hanno iniziato ad arrivare in riva al Ceresio.

Tra di essi i rappresentanti di 38 Stati, di 52 delegazioni e di 14 organizzazioni internazionali (tra cui Banca mondiale e ONU) per un totale di oltre 1’000 ospiti convenuti nella Svizzera italiana. In mattinata è giunta la presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen, accolta a Villa Ciani dal ministro degli Esteri Ignazio Cassis, con il quale ha avuto un breve scambio di battute.

“La conferenza di Lugano è un passo fondamentale per concordare i principi dello sforzo internazionale di ricostruzione dell’Ucraina. Il presidente Ignazio Cassis e io sosteniamo la dichiarazione di Lugano e attendiamo con ansia la sua approvazione. L’Ucraina può contare sul nostro costante sostegno, per tutto il tempo necessario”, ha dichiarato la leader europea.

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Zelensky collegato in video

Molti politici hanno disertato l’evento, probabilmente per la concomitanza di altri importanti appuntamenti che si sono appena chiusi, come il G7 e il vertice Nato. Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – che dallo scorso 24 febbraio non ha abbandonato il suo Paese – sarà presente solo virtualmente, con un collegamento video. Al suo posto è arrivato domenica il primo ministro Denys Smihal, accompagnato da una sessantina di suoi connazionali.

Sempre in mattinata una delegazione del parlamento svizzero si è incontrata con una quindicina di omologhi ucraini. La squadra elvetica era guidata dalla presidente del Consiglio nazionale Irène Kälin (Verdi), quella ucraina dal presidente del parlamento Ruslan Stefanchuk.

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Oltre 120’000 case distrutte dalle bombe

Il vertice svizzero sarà incentrato sulla ricostruzione del Paese, che tuttora è alle prese con l’offensiva militare russa in Donbass – dove Mosca ha annunciato la conquista dell’intera regione di Lugansk – subendo bombardamenti quotidiani sulle sue città, come è il caso negli ultimi giorni ad Odessa.

Le stime parlano di oltre 120’000 case distrutte, con danni per 104 miliardi di dollari, secondo le valutazioni della Kyiv School of Economics (KSE). Secondo questo istituto almeno 45 milioni di metri quadrati di abitazioni, 256 imprese, 656 istituzioni mediche e 1’177 istituzioni educative sono state danneggiate, distrutte o sequestrate, mentre l’economia ucraina ha già subito perdite per 600 miliardi di dollari.

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