Via ufficiale per i lavori della seconda galleria del San Gottardo
Il cantiere per la costruzione del secondo tubo della galleria autostradale del San Gottardo è stato ufficialmente aperto mercoledì.
Dopo i lavori preliminari svolti a partire dall’anno scorso, le attività per la realizzazione della seconda canna del tunnel entrano veramente nel vivo. Ai due portali della galleria, a Göschenen e ad Airolo, si è tenuta la cerimonia della posa della prima pietra, con un brillamento simbolico. Presenti diversi esponenti delle autorità dei cantoni di Uri e Ticino.
Lo scavo vero e proprio del tunnel comincerà nel 2024. Prima bisognerà spostare il cunicolo infrastrutturale e di servizio e si dovranno costruire due cunicoli di accesso alle zone geologicamente problematiche.
Secondo il calendario dei lavori, l’ultimo diaframma dovrebbe cadere nel 2026 e la galleria potrà essere messa in servizio tre anni dopo, nel 2029.
Questo secondo tubo sarà lungo 16,9 km e correrà parallelo a quello attuale. Sarà collegato al cunicolo di sicurezza che già esiste con dei cunicoli trasversali pedonali e carrabili posizionati ogni 250 metri. Una delle novità del progetto è la realizzazione di un canale separato per l’eventuale posa di un elettrodotto, che potrebbe permettere lo smantellamento dell’attuale linea elettrica aerea di montagna.
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Un canale per l’altissima tensione sotto il San Gottardo
È prevista inoltre una serie di interventi annessi a beneficio del paesaggio. Ad Airolo, lo svincolo autostradale sarà parzialmente coperto, ciò che consentirà di creare 160’000 metri quadrati di superfici verdi aggiuntive.
Complessivamente, il costo totale dell’opera ammonta a circa due miliardi di franchi.
Altri sviluppi
Raddoppio a basso impatto per la galleria del San Gottardo
Un raddoppio approvato nel 2016
La costruzione di un secondo tubo si è resa necessaria per evitare l’interruzione del traffico stradale nord-sud. L’attuale galleria ha infatti oltre 40 anni di vita e deve essere risanata al più tardi entro il 2035, ciò che comporterà una chiusura totale di circa tre anni.
Per evitare di interrompere uno degli assi di traffico più importanti tra il nord e il sud dell’Europa (e di tagliare fuori il Ticino dal resto della Svizzera), il Governo svizzero ha deciso di costruire una seconda canna. Un’altra motivazione alle origini del progetto era quella legata alla sicurezza, visto che attualmente nella galleria il traffico è bidirezionale. Un aspetto molto problematico, soprattutto alla luce del dramma del 28 ottobre 2001, quando uno scontro frontale tra due mezzi pesanti causò la morte di 11 persone.
Contro il progetto è però stato lanciato un referendum, ma alla fine il 28 febbraio 2016 il 57% dell’elettorato ha detto sì al raddoppio.
Su una sola corsia
Quando la nuova galleria sarà completata, quella vecchia sarà chiusa per i lavori di ammodernamento.
Nel 2032, saranno di nuovo agibili entrambe. Tuttavia, il traffico continuerà a scorrere su una sola corsia, come finora.
Sul fronte delle colonne, non ci si potrà perciò aspettare grossi miglioramenti. Solo in caso di incidenti o di chiusure per lavori, contrariamente ad ora, il traffico potrà continuare a scorrere, utilizzando una sola delle due gallerie.
L’apertura di una sola corsia per senso di marcia (e non di due) è dovuta al fatto che l’articolo 84 della Costituzione svizzera prevede che “la capacità delle strade di transito nella regione alpina non può essere aumentata”.
L’articolo è la conseguenza della cosiddetta Iniziativa delle Alpi, ovvero l’iniziativa popolare accettata dal 52% dell’elettorato nel febbraio 1994 che prevede, oltre alla limitazione delle capacità di transito, lo spostamento del trasporto di merci dalla strada alla ferrovia.
Questo articolo costituzionale era stata la principale ragione avanzata dai contrari al raddoppio della galleria autostradale. Il timore è che una volta completato il raddoppio, le pressioni per l’apertura di due corsie si facciano sempre più forti e che prima o poi il Governo federale ceda.
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