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La Germania ancora alla ricerca del governo

Germania sempre senza governo. A Berlino adesso vogliono imparare dal fallimento della coalizione "Giamaica" (fallita a causa dei liberali) e i partiti della Grosse Koalition si sono dati cinque giorni di tempo per capire se potranno entrare nelle consultazioni vere e proprie per formare il governo.

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Giovedì ci sarà l’esito dei colloqui esplorativi iniziati domenica sera, ha spiegato il segretario generale dell’Spd Lars Klingbeil.

Tre mesi dopo il voto, è iniziato ieri il confronto per una possibile riedizione della cosiddetta “Groko”, la difficile alleanza fra Angela Merkel e Martin Schulz, che potrebbe risolvere il dilemma dell’esecutivo. La cancelliera vuole stabilità e si dice ottimista, Schulz non vuole “tirare linee rosse” ma spingerà a sinistra, mentre il collega di partito Sigmar Gabriel ha affermato: “L’Europa dovrà stare al centro del prossimo accordo di programma”. Non bisogna ripetere l’errore del 2013, ha spiegato il ministro degli Esteri, quando ci si concentrò di più sulla politica interna e poco sull’Europa: “Fu un mio personale errore”, ha aggiunto. “È ora che la Germania dia una risposta alle proposte di riforma di Emmanuel Macron”.

La mancanza di un governo irrita popolazione e mondo economico

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Gli obiettivi dei socialdemocratici

I socialdemocratici mirano al ministero delle Finanze, lasciato libero da Wolfgang Schaeuble (per la trattativa poi naufragata coi liberali). Del resto le pressioni del presidente francese Macron sul recalcitrante Schulz – che fino a qualche settimana fa voleva restare all’opposizione per curare il partito crollato il 24 settembre al 20,5% dei voti – hanno mostrato quanto sia delicata e interessante per tutti la partita in gioco all’ombra della Porta di Brandeburgo, dove i colori del prossimo governo saranno decisivi per le riforme dell’Ue.

Merkel ottimista

“Possiamo riuscirci”, ha affermato la cancelliera Angela Merkel, ribadendo: “La Cdu entra in questi colloqui con l’obiettivo di mettere i presupposti per un governo stabile”. Niente esecutivi di minoranza o esperimenti quindi. “Ma c’è un enorme lavoro da fare nei prossimi giorni”, ha avvertito. “Parlare di meno e lavorare di più”, le ha fatto eco Horst Seehofer, della Csu, il partito bavarese che potrebbe mettere il bastone fra le ruote, impuntandosi soprattutto sui profughi.

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