Il parco minerario dei Piani Resinelli
Nel nord della Lombardia, la storia non si scopre solo in chiese, antiche dimore o castelli, ma anche nelle viscere della Terra.
La regione ha una secolare tradizione mineraria che oggi è stata in parte recuperata per rievocare un passato che non è fatto unicamente di eventi politici, storici o militari, ma anche di un duro e anonimo lavoro che sosteneva lo sviluppo e la ricchezza di un territorio che è stato crocevia della grande storia.
Il Parco Minerario di Piani Resinelli in Valsassina sulle prime montagne nei pressi di Lecco, alle pendici della Grignetta, è uno dei più antichi siti minerari oggi visitabili.
Qui si estraeva la galena, cioè il solfuro di piombo che, dopo la fusione e la cottura a carbone, diventava piombo. Era la materia prima con cui il Ducato di Milano forgiò per secoli le proprie armi e, fino all’introduzione della polvere da sparo nel ciclo estrattivo, veniva ricavato con un massacrante lavoro manuale che scavava, centimetro dopo centimetro, la roccia della montagna alla ricerca del minerale.
I minatori, fino alla fine del XVIII secolo, venivano pagati a cottimo. La loro paga era il materiale estratto che poi avevano il compito di rivendere o barattare. Le attrezzature erano a loro carico e i condotti erano pericolanti, i crolli erano il pericolo più frequente.
Erano lavoratori stagionali che d’inverno, quando le temperature esterne ghiacciavano l’acqua e asciugavano i condotti, facevano della miniera la loro casa.
Nel corso dei secoli ovviamente le condizioni di lavoro sono migliorate, le tecniche si sono perfezionate, ma il lavoro del minatore è sempre stato una sfida quotidiana tra l’uomo e la roccia.
Le miniere Resinelli, il cui nome deriva da quello della famiglia che anticamente ne deteneva la proprietà, sono rimaste attive fino al 1958. Nel 2002 sono state messe in sicurezza e recuperate a scopo turistico e oggi sono accessibili a visitatori di tutte le età.
Chiamata anche con il nome femminile “Anna”, fa parte del complesso delle Miniere Turistiche del Lago di Como che comprende anche il Parco Minerario Cortabbio di Primaluna. Qui le gallerie penetrano per un chilometro nel cuore della Grigna. Dalla metà dell’Ottocento e fino a pochi anni fa si è estratta la barite, il solfato di bario, una sostanza utile e impiegata per numerosi scopi, dall’industria alimentare a quella della carta, fino all’impiego in campo medico.
Ma la Valsassina, come ricorda la guida mineraria Dario Milani, è sempre stata ricca di minerali e conosciuta nella sua storia come una terra di estrazione.
Lo ricordava anche Leonardo Da Vinci che, lungo il suo periodo da ospite del Ducato di Milano visitò queste zone e le descrisse come ricche di “vene di ferro e cose fantastiche” nelle pagine di quello che oggi è chiamato il Codice Atlantico.
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