Affossata in entrambe le Camere la proposta di un balzello sul traffico aereo privato.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Il Consiglio Nazionale ha rigettato, con 108 voti contro 87 (e 3 astensioni), la proposta uscita dalla sua Commissione dell’ambiente.
La misura avrebbe dovuto riguardare i jet privati di peso pari o superiore a 5,7 tonnellate e l’importo richiesto per ogni volo in partenza dalla Svizzera avrebbe dovuto oscillare tra i 500 e i 3’000 franchi.
Alla fine l’ha spuntata però il fronte di centro-destra (Partito liberale radicale, Unione democratica di centro, Verdi liberali e parte del Centro).
Il Consiglio federale, memore della recente bocciatura in referendum della sua precedente proposta, ha voluto rinunciare a nuovi prelievi fiscali nella revisione della legge sul CO2. Il centrodestra e il ministro dell’ambiente Albert Rösti hanno ripetutamente ricordato durante il dibattito questa promessa.
“Bisogna chiedersi se è legittimo e corretto presentare di nuovo la stessa proposta”, ha affermato in aula il liberale radicale argoviese Matthias Samuel Jauslin, secondo cui i voli d’affari sono strategici in alcune regioni periferiche, come Ticino e Vallese.
C’è inoltre una dichiarazione di intenti, ha rilevato il consigliere federale Albert Rösti, su compensazioni volontarie e uso di carburanti sintetici da parte degli operatori e delle operatrici del settore dell’aviazione.
Socialisti, Verdi e la maggioranza del Centro avrebbero voluto invece questa tassa, ventilata già prima delle elezioni federali dello scorso 22 ottobre, per finanziare misure di protezione del clima e includere nelle disposizioni di legge un settore con emissioni di CO2 molto elevate.
Va anche detto che un’analoga proposta era già stata bocciata nella sessione autunnale dal Consiglio degli Stati, dove era stata promossa dalla minoranza progressista.
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