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Anche in Svizzera ci saranno 007 virtuali

uomo di spalle, primissimo piano della nuca, ha una cuffietta nell orecchio sinistro
Cyberagenti per raccogliere informazioni online grazie all'intelligenza artificiale. Keystone / Jim Lo Scalzo

Servizi segreti elvetici 2.0: agli 007 in carne e ossa presenti sul terreno si aggiungeranno presto degli agenti segreti virtuali che raccoglieranno informazioni online. 

Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) ha deciso di ricorrere dei “cyberagenti” per ottenere informazioni nel mondo virtuale. L’obiettivo è la lotta contro il terrorismo e l’estremismo violento. 

Attualmente il SIC deve, come ha già fatto “in diversi casi” in passato, deve appoggiarsi a servizi partner stranieri per questo tipo di operazioni. A confermare all’agenzia Keystone-ATS una notizia in questo senso diffusa dalla Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF, è una responsabile del servizio. 

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L’uso di agenti segreti virtuali, dotati d’identità di copertura, è regolato allo stesso modo degli agenti reali: secondo la legge tutte le false identità devono essere approvate dal Dipartimento federale della difesa (DDPS). La loro attività è inoltre soggetta alla supervisione degli organi di controllo dei servizi segreti. Si tratta in particolare dell’Autorità di vigilanza indipendente sulle attività informative e della Delegazione delle Commissioni della gestione del Parlamento. 

La Svizzera non è un paradiso per gli 007

Questi 007 virtuali raccoglieranno “dati rilevanti per l’intelligence” sui social network, ha spiegato il SIC, che però non ha fornito informazioni sul loro numero né sulle loro competenze. 

“La Svizzera è in ritardo”

Secondo lo storico belga Pieter Van Ostaeyen, che ha fatto amicizia con jihadisti sotto falso nome su Facebook e successivamente su altre piattaforme più di dieci anni fa, creando un intero database di simpatizzanti del sedicente Stato islamico, la Confederazione è in ritardo. “È un po’ strano che stiano iniziando a farlo solo ora”, ha detto alla SRF. La moderazione sulla maggior parte delle piattaforme oggi, ha aggiunto, è molto più severa di quanto non fosse in passato: “Sarà quindi più difficile scoprire nuove reti nei social media”. 

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