Al monastero di Estavayer-Le-Lac, canton Friborgo, si festeggia il Natale per la settecentesima volta. Ma nelle sue stanze risuona una musica ancora più antica, e del tutto diversa dalle canzoni che ci accompagnano in questo periodo di Feste. Musica immortale, conservata in libri liturgici detti antifonari –che comprendono anche i canti- risalenti al 1200.
“Le arie di natale tradizionali che si sentono di solito sono necessarie perché trasmettono gioia”, concede suor Anne-Sophie. “I canti gregoriani sono però importanti per noi perché vanno più lontano, in zone più profonde del nostro essere. È lì che Dio si manifesta.”
Il primo canto di Natale di cui si ha traccia, invece, risale al IV secolo d.C., e pare sia stato scritto da Sant’Ambrogio, vescovo di Milano.
“I manoscritti sono stati realizzati molto prima della fondazione di questo monastero, sono arrivati qui per donazione”, ci spiega Nadia Togni, storica e specialista del libro medievale.
Le chiediamo lumi su un’effige di drago disegnata su un antifonario che sta decifrando per noi: “Molto spesso nei manoscritti liturgici medievali troviamo elementi che appartengono all’immaginario, e il drago è uno di questi, perché suscita in qualche modo l’idea dello sconosciuto, del mistero, che potrebbe anche essere il mistero negativo che è il Demonio”.
Intanto, in vista del Natale, cinque delle suore domenicane che vivono nel monastero stanno provando i canti. Gli stessi che tra queste mura risuonano da sette secoli.
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