A Istanbul è caccia all’uomo
La polizia turca è ancora alla ricerca dell’attentatore o degli attentatori che nella notte di Capodanno hanno aperto il fuoco in una discoteca della capitale, uccidendo 39 persone.
L’attentato alla discoteca Reina, avvenuto verso la 1.30 ora locale (le 11.30 in Svizzera), non è stato rivendicato, ma i sospetti sono indirizzati sull’Isis. A compiere la strage sarebbe stato un solo uomo, stando alle autorità turche, che hanno diffuso delle foto di un sospetto.
Altre immagini mostrano un uomo con abiti bianchi e un berretto con il pon-pon, tanto che inizialmente si era pensato fosse vestito da Babbo Natale, forse per confondersi tra alcuni degli agenti di sicurezza di pattuglia nelle strade vestiti allo stesso modo. Tra l’altro, alcuni testimoni sopravvissuti alla strage hanno raccontato di aver sentito sparare da più di una persona.
Le immagini delle telecamere di sicurezza hanno immortalato un uomo vestito di nero e incappucciato con un fucile che ha ucciso un poliziotto ed una guardia all’ingresso e poi è entrato nel locale, sparando all’impazzata sui circa settecento presenti, alcuni dei quali si sono tuffati nelle acque gelide del Bosforo per salvarsi.
Nella confusione il killer ha abbandonato l’arma ed è riuscito a fuggire, scatenando una gigantesca caccia all’uomo estesa a tutto il paese, a cui partecipano almeno 17’000 agenti.
Al momento, si contano 39 morti, tra cui numerosi stranieri. I feriti sono una settantina, alcuni dei quali versano in gravi condizioni.
L’analisi di Marta Ottaviani, giornalista esperta di Turchia:
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