Tutta la Spagna attende con il fiato sospeso le ore 18 di oggi quando il presidente catalano Carles Puigdemont interverrà davanti al parlamento regionale dove potrebbe pronunciare una dichiarazione di indipendenza - in seguito del contestato referendum del primo ottobre - destinata inevitabilmente a provocare una dura risposta di Madrid.
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tvsvizzera/spal con RSI (TG del 10.10.2017)
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La tensione è forte a Barcellona: la polizia ha rafforzato le misure di sicurezza attorno alla sede del parlamento, dove i movimenti indipendentisti hanno convocato una grande concentrazione al momento del discorso del presidente.
Non è chiaro che cosa dirà Puigdemont, che potrebbe dichiarare una indipendenza “differita” per lasciare aperta la via del dialogo politico con Madrid, che finora però ha respinto ogni possibile trattativa se il governo catalano insisterà nei suoi intenti secessionisti.
Il fronte indipendentista in queste ore si presenta però diviso, soprattutto sui dubbi sulla legittimità della procedura adottata. In particolare la sindaca di Barcellona Ada Colau ha lanciato un appello, sostenuto da 8 premi Nobel, alla mediazione.
Da parte sua il premier spagnolo Mariano Rajoy ha annunciato una reazione forte dello Stato se Puigdemont dichiarerà l’indipendenza. “Impediremo che la Catalogna si separi” ha chiarito con decisione. Madrid può fra l’altro applicare l’art. 155 della Costituzione che consentirebbe di sospendere l’autonomia catalana e il suo presidente, sciogliere il parlamento di Barcellona e convocare elezioni anticipate. Il vicesegretario del Pp di Rajoy, Pablo Casado ha anche avvertito Puigdemont che rischia la prigione per “ribellione”.
La stampa catalana sottolinea questa mattina come tutto sia nelle mani del “President”. “La decisione di Puigdemont”, titola El Periodico, “Tot a punt” (“Tutto pronto”) afferma Punt Avui, e Ara annuncia la “via Puigdemont”: “una dichiarazione di indipendenza aperta alla mediazione”. Mentre la Vanguardia scrive che è “la hora de la verdad” per la Catalogna.
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