Esorcismo, 400 i presunti casi in Svizzera nel 2017
“Si muove dentro me, sento che qualcosa sta migliorando. Funziona. C’è una soluzione anche per me e non solo per gli altri”. È la testimonianza di Angelica (nome inventato) una donna che si è affidata all’esorcismo per vincere i suoi mali e che si è rivolta a don Cesare Truqui, esorcista attivo presso la missione cattolica dell’alta Engadina.
Lavora a Samedan e qui, con il permesso episcopale, è uno dei tre esorcisti riconosciuti dalla diocesi di Coira. L’esorcismo, una pratica antica e riconosciuta dalla Chiesa cattolica, serviva a scacciare il diavolo e il male da una persona, da un animale da un luogo posseduti. Una pratica che sembra sempre in voga. Secondo dati di SRF, in Svizzera, nella sola Chiesa cattolica, sarebbero almeno 400 le persone che nel 2016 hanno chiesto di sottoporsi all’esorcismo. Una settantina nella diocesi di Basilea, altrettante in quella di Coira, un’ottantina in quelle romande e addirittura 200 in quella di Lugano. Ma i casi secondo gli esperti sarebbero molti di più, soprattutto se si considerano altre istituzioni religiose.
Boom di presunti casi di possessione
Secondo Georg Otto Schmid, esperto di scienze religiose e sette interpellato da SRF/RTR, ci sarebbe un boom. ’L’aumento dell’esorcismo nella Chiesa cattolica è legato soprattutto al crescente arrivo in Svizzera di persone da paesi nei quali l’esorcismo appartiene alle pratiche della Chiesa cattolica. Queste persone si attendono la stessa offerta, gli stessi servizi anche qui”.
La diocesi di Lugano parla di una, al massimo due richieste al giorno. Il trend è stabile e rispecchia quello di una società depressa e sbandata, ci ha detto Don Sandro Vitalini, l’esorcista ufficiale della Diocesi, il quale ha voluto precisare che “non è necessario riferirsi a casualità d’ordine preternaturale per intervenire in favore di persone che chiedono aiuto: questo aiuto può essere dato attraverso l’ascolto, il dialogo e la preghiera”.
A Coira gli esorcisti ufficiali sono tre, uno a Zurigo, uno a Samedan e uno appunto nella capitale, dove esercita Christoph Casetti, vicario e responsabile di esorcismo alla diocesi da una decina di anni. Ci confida che ogni giorno ha a che fare col tema. Non tutti coloro che si rivolgono a lui sono però posseduti. “Non credo si possa parlare di hotspot. Ci confrontiamo regolarmente, scambiandoci esperienze, con le altre diocesi della Svizzera, e posso dire che anche altrove è la stessa cosa”, ci spiega.
Richieste dall’estero
Eppure c’è chi sostiene che una crescita negli ultimi anni ci sarebbe stata. Sotto l’egida del vescovo Vitus Huonder la pratica sembrerebbe più incoraggiata che altrove. “Ci sono persone che arrivano dalla Germania, perché lì non trovano nessun esorcista e quindi giungono a Coira. Coira è diventata una sorta di Eldorado per queste pratiche, un hot spot del pellegrinaggio di chi cerca l’esorcismo”, sottolinea Georg Otto Schmidt. Una tesi confermata anche nelle parole di don Cesare Truqui: “Ci sono persone che si rivolgono a me perché nelle loro diocesi non trovano la stessa accettazione”.
Psichiatri scettici
Gli psichiatri osservano il fenomeno con curiosità ma soprattutto con preoccupazione. Lo psichiatra e psicologo Reto Mischol, presidente dell’Associazione per la psichiatria grigionese, sostiene che un po’ di magia possa servire, perché con la sola scienza e medicina le risposte talvolta non riescono a bastare. Tuttavia Mischol evidenzia che “in casi di psicosi e di altre malattie mentali ci possono essere delle controindicazioni evidenti. Con delle pratiche esorcistiche questi disturbi possono difatti essere aggravati e cronicizzati, poiché hanno un effetto disorientante sui pazienti”.
Anche per lo psichiatra Samuel Pfeifer, il quale stima che almeno 20’000 persone credano di essere possedute dal demonio, c’è da preoccuparsi. A SRF ha detto: “Temo il fatto che alcuni pazienti smettano di prendere medicamenti e che non si affidino più a terapie consolidate. Ciò rischia di portare a un peggioramento dello stato di salute psichica”.
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