Aziende elettriche, “è urgente una svolta energetica”
Senza vasti interventi da parte della politica e della società civile sarà impossibile raggiungere gli obiettivi energetici e climatici entro il 2050, secondo quanto afferma l'Associazione delle aziende elettriche (AES) che propone di dichiarare la sicurezza dell'approvvigionamento un interesse nazionale.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Per l’organizzazione delle aziende del ramo è urgente porre le basi di un approvvigionamento sicuro e duraturo dell’elettricità, anche perché il rischio di razionamenti e black-out per penuria energetica sono “un’amara realtà”, non confinata a questi mesi difficili condizionati dal conflitto in Ucraina. Le negligenze “politiche” dell’ultimo decennio, critica l’associazione, pesa in modo evidente sull’attuale situazione.
Quattro scenari
Lo studio “Futuro energetico 2050” condotto su questa questione, che è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa a Berna, indica che in questo ambito occorre “un’accelerazione significativa dell’espansione della capacità, un aumento dell’efficienza, una conversione e uno sviluppo mirato delle reti e uno stretto scambio di energia con l’Europa”.
E a questo scopo la ricerca propone quattro scenari differenti che consentirebbero alla Confederazione di rispettare i suoi obiettivi energetici. Modelli che si traducono in investimenti annui che vanno dai 24 a 28 miliardi di franchi.
Il modello denominato “offensivo”, che richiederebbe una spesa di 24 miliardi, garantirebbe un approvvigionamento più sicuro e una dipendenza dalle importazioni nel periodo critico invernale per circa 7 TWh (19% del fabbisogno). Nello scenario “difensivo” invece i costi lieviterebbero a 28 miliardi all’anno mentre la dipendenza estera in inverno sarebbe addirittura superiore (9 TWh, 22%).
Rinnovabili e idrogeno verde
Dal profilo della diversificazione delle fonti l’indagine dell’AES conferma la priorità per la Svizzera della produzione idroelettrica, integrata soprattutto in inverno con il fotovoltaico proveniente dalla regione alpina e l’eolico. In prospettiva è poi destinata ad assumere un ruolo determinate anche l’importazione di idrogeno verde, su cui il Continente sta investendo cifre importanti a livello infrastrutturale.
Le rinnovabili (fotovoltaico e eolico) alimenteranno in futuro una quota rilevante della produzione, a dipendenza delle condizioni meteorologiche. In quest’ottica sarà indispensabile il potenziamento delle centrali di emergenza e infrastrutture di stoccaggio.
La spesa annua per queste misure è di circa un miliardo di franchi all’anno, che vengono integrati nei costi del sistema. Per la svolta energetica occorrerà poi rinnovare ed estendere le reti elettriche.
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