Il presidente catalano Carles Puigdemont ha convocato questa mattina una riunione del governo per preparare le prossime mosse sulla strada dell'indipendenza, dopo la vittoria del sì al referendum di ieri, dichiarato illegale da Madrid. La Catalogna potrebbe andare verso una dichiarazione unilaterale di indipendenza.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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La riunione del “Govern” si terrà a porte chiuse. Dal canto suo il premier spagnolo Mariano Rajoy vede oggi i leader di Psoe e Ciudadanos, Pedro Sanchez e Albert Rivera, i due grandi partiti spagnoli che appoggiano dall’opposizione la sua strategia in Catalogna. I tre devono concordare nuove misure.
Rivera ha chiesto a Rajoy di attivare l’articolo 155 della costituzione per sospendere l’autonomia catalana prima di una possibile dichiarazione di indipendenza.
Feriti e denunce
Sono 893 le persone ferite nei blitz della polizia spagnola ieri contro i seggi del referendum catalano, secondo un nuovo bilancio reso pubblico dalle autorità catalane. Due sono gravi. Un centinaio di denunce sono già state presentate dai feriti contro la polizia spagnola.
Appello all’Europa
Il presidente catalano Carles Puigdemont ha lanciato un appello all’Europa perché cessi di ignorare la crisi catalana e le violazioni dei diritti umani di cui si è resa responsabile la Spagna. “L’Ue non può continuare a guardare dall’altra parte”, ha detto, “abbiamo guadagnato il diritto di essere rispettati in Europa”.
La Catalogna “non è una questione interna: è una questione europea”. Puigdemont ha affermato anche che i catalani saranno “aperti alle proposte di dialogo che servano a rispettare la volontà dei catalani”.
Repubblica catalana
La realizzazione di una Repubblica catalana dopo il referendum è stata chiesta dal palco di Plaza Catalunya dai leader delle piattaforme civiche indipendentiste davanti a migliaia di persone, in gran parte giovani.
“Il governo del presidente Puigdemont aveva promesso il referendum e ha mantenuto la promessa – ha detto Jordi Sanchez dell’Assemblea nazionale catalana (Anc) -. Ora chiediamo che mantenga anche il resto e che nasca una nuova Repubblica di Catalogna”. Ovazione dalla folla quando il presidente di Omnium Cultural – altra piattaforma civica indipendentista -, Jordi Cuixart, ha ringraziato i Mossos d’Esquadra, la polizia regionale, “che ha difeso il popolo catalano – ha detto – e non lo dimenticheremo”.
Da Barcellona il nostro inviato
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Partecipazione al voto
La partecipazione dei chiamati al voto catalani avrebbe potuto raggiungere “almeno il 55%” in “condizioni diverse”, cioè senza l’intervento nei seggi della polizia spagnola, ha detto il portavoce del ‘Govern’ Jordi Turull.
Le schede conteggiate, 2,262 milioni, rappresentano circa il 42,2% dei 5,3 milioni di aventi diritto. Ma secondo Turull altri 770mila elettori erano iscritti nei 400 seggi chiusi dalla polizia. La maggior parte delle persone contrarie all’indipendenza si ritiene non abbiano votato.
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