Immigrazione, “la decisione USA va nella direzione sbagliata”
Anche la Svizzera si unisce, per bocca del responsabile degli Affari esteri Didier Burkhalter, al coro di critiche internazionali alla decisione di Donald Trump di negare l’ingresso negli Stati Uniti ai profughi provenienti da sette paesi islamici.
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tvsvizzera/spal con RSI (TG del 29.1.2017)
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Per il titolare del DFAE il decreto dell’amministrazione USA va nella direzione sbagliata e pone problemi di ordine pratico. Intanto le autorità iraniane hanno convocato l’ambasciatore svizzero a Teheran, che rappresenta gli interessi statunitensi nella Repubblica islamica, per consegnargli una lettera di protesta per la misura giudicata discriminatoria.
Bloccare in maniera generalizzata l’accoglienza di persone provenienti dalla Siria, sottolinea il ministro elvetico, è contrario alle Convenzioni di Ginevra e per questo motivo Berna “sta cercando di ottenere informazioni il più chiare possibili” dalle autorità americane”. In particolare rischiano di essere colpiti dalla decisione svizzeri con doppia nazionalità o cittadini residenti nella Confederazione che devono recarsi negli Stati Uniti per motivi professionali.
Inoltre sul piano dei principi, pur concordando con l’obiettivo di combattere il terrorismo, la Svizzera si è sempre opposta “alla discriminazione degli esseri umani per la loro religione o provenienza” e il decreto americano va chiaramente nella direzione sbagliata. Trattandosi di rifugiati, ricorda il Dipartimento degli Esteri, le Convenzioni di Ginevra implicano che tutti i Paesi accolgano le vittime della guerra, per motivi umanitari.
Per tutte queste ragioni, recita una nota del DFAE, “ci riserviamo tutte le misure volte a difendere i diritti dei cittadini coinvolti”, in particolare quelli con doppia nazionalità e che ricadono nelle decisioni previste dal decreto.
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