‘Dimmi come canta’, lo shazam degli uccelli
Dalla scorsa primavera, nella Svizzera italiana, è disponibile un servizio gratuito di riconoscimento del canto degli uccelli.
Curiosi e appassionati, che possono inviare le registrazioni via email o whatsapp, hanno così l’occasione di ampliare le proprie conoscenze. L’associazione che fornisce il servizio, di raccogliere informazioni sulla distribuzione delle specie.
Il progetto di scienza partecipativa è stato lanciato da FicedulaCollegamento esterno, Associazione per lo studio e la conservazione degli uccelli nella Svizzera italiana. “In molte specie di uccelli il canto è la manifestazione della territorialità, cioè della presenza probabile di una coppia nidificante”, si legge nella presentazioneCollegamento esterno. “Il canto quindi è uno strumento molto utile nel conteggio delle coppie”.
Al contempo, grazie allo sviluppo delle tecnologie, è tornato un interesse del pubblico verso i canti degli uccelli. “La diffusione capillare dei cellulari permette infatti di effettuare buone registrazioni ovunque. Spesso ai cittadini mancano però le competenze o l’esperienza per il riconoscimento dei canti”.
Roberto Lardelli è presidente di Ficedula. Ornitologo attivo nel canton Ticino, si è occupato anche dell’adattamento della piattaformaCollegamento esterno Ornitho per l’ItaliaCollegamento esterno. È nel “pool” delle persone che ascoltano le registrazioni e identificano le specie.
Tvsvizzera.it: Nel nostro immaginario, il “birdwatcher” è una persona nascosta tra le fronde col binocolo. In realtà, il lavoro di osservazione comprende l’ascolto, ed è su questo -più che sull’osservazione visiva- che chiedete la collaborazione del pubblico.
Roberto Lardelli: “Il canto degli uccelli è più importante dell’osservazione visiva. In un bosco, per esempio, gli uccelli si vedono con grandissima difficoltà, ma anche fuori, in campagna, se sono nascosti nella chioma di un albero oppure dietro l’angolo. Il canto invece arriva e permette di conoscere con più precisione cosa c’è nei nostri dintorni. Ecco perché chiediamo agli ascoltatori di inviarci le registrazioni.”
Le registrazioni effettuate nella Svizzera italiana -con il cellulare o altro dispositivo- possono essere inviate a segreteria.ficedula@gmail.com o al numero +41 79 207 14 07. Devono essere accompagnate da data, nome del segnalatore e località dell’osservazione.
TVS: Esistono applicazioni per telefonino che, sulla falsariga di ‘Shazam’ con le canzoni, si dichiarano capaci di identificare le specie di uccelli a partire dal canto. Basta avvicinare l’apparecchio il più possibile. Funzionano?
R.L.: “Funzionano solo per alcune specie. Ci stanno lavorando, ma il percorso è ancora molto lungo. Non è come riconoscere le parole o le lettere, è estremamente più complicato. È come se noi volessimo, attraverso il riconoscimento vocale, risalire alla persona che ha pronunciato alcune frasi.”
TVS: E Lei, li riconosce tutti?
R.L.: “Alcuni sono facilmente riconoscibili perché il suono è pulito. Quando i canti sono sovrapposti, e la persona che li ha registrati non si rende conto che non è una sola specie, diventa un po’ più problematico. Però di solito ce la facciamo. Siamo un pool di persone”.
TVS: Come vi siete formati? Ascoltando le registrazioni oppure è tutto imparato sul campo?
R.L.: “Soprattutto con l’esperienza. Quando ho cominciato, tanti anni fa, all’inizio è stata dura riconoscere solo le prime specie. Erano disponibili delle registrazioni su supporti di vinile. Oggi, con l’informatica, la telematica e i telefonini è tutto più facile. Ma rimane un processo lento: le persone che sono in difficoltà a riconoscere i canti devono avere un po’ di pazienza, ci sono dei trucchetti che si possono imparare e lentamente ci si arriva”.
TVS: Informatica, telematica: con Internet è come avere un’unica, enorme banca suoni.
R.L.: “Sul web sono disponibili e certificati i canti di praticamente tutte le specie del mondo. Si tratta semplicemente di sapere dove andare a cercarli. Io registro, e spero prima o poi di diffondere, i canti del canton Ticino. Gli uccelli di qui cantano in maniera leggermente diversa da quelli a nord delle Alpi. I dialetti regionali sono un fatto abbastanza conosciuto. Io ho una banca dati di oltre 10 mila registrazioni e contribuiranno anche i cittadini con i loro invii”.
TVS: Al di là dell’amore per la conoscenza, che certo non è poco, perché è utile anche per una persona comune identificare le specie?
R.L.: “In Ticino, abbiamo già potuto constatare e certificare più di 350 specie differenti, delle 500 circa che ci sono in Europa. Le specie sono lo specchio di qualcosa: di un ambiente, di una circostanza, di un periodo dell’anno. Avere tante informazioni è utile per ricostruire la storia faunistica e capire l’evoluzione del nostro territorio e dell’intera Europa; direi dell’intero pianeta. Quindi è molto importante sapere dove canta ancora il saltimpalo, dove c’è ancora la rondine, per quale ragione la gazza negli ultimi anni sta aumentando in maniera così importante.”
Cfr. Uccelli e biodiversità ci difenderanno dalla popillia japonica
TVS: Ornitologi e appassionati possono documentare le loro osservazioni caricando foto e registrazione audio sulle piattaforme ornitho.ch e ornitho.it. Due siti chiaramente legati: hanno la stessa grafica.
R.L: “Mi sono occupato personalmente di esportare questo strumento informatico dalla Svizzera all’Italia e far sì che tante persone isolate trovassero un punto d’incontro sulla piattaforma. Siamo passati dalla speranza di coinvolgerne 100, alla realtà di averne coinvolte 5000 nel giro di una decina di anni.”
TVS: Ma perché questo impegno transfrontaliero?
R.L.: “Perché la natura non ha confini. Ci siamo accorti che è di vitale importanza conoscere cosa succede oltre il nostro territorio, non solo a nord delle Alpi ma anche a sud del confine, che per noi è premonitore. Ornitho è ora attivo in Svizzera, Italia, Germania, Francia e Austria e mostra quanto il contributo dei cittadini è importante per lo studio delle migrazioni. Abbiamo carte interattive, allestite con i dati raccolti in tutto il continente, che ci fanno capire non solo quando arrivano le rondini o il gruccione, ma pure i meccanismi che portano a movimenti particolari di alcune specie.”
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