Boris Johnson si dimette… in autunno
Boris Johnson ha annunciato formalmente le sue dimissioni da leader del Partito Conservatore britannico in un discorso alla nazione.
Il premier – travolto dai contraccolpi degli ultimi scandali e da una serie di dimissioni in seno alla sua compagine – intende comunque restare capo del governo fino all’elezione di un successore alla guida dei Tories prevista per ottobre, visti i tempi imposti dal recesso parlamentare estivo che inizia fra due settimane.
Il discorso, dal tono assertivo e persino ottimista, è stato pronunciato dinanzi a una piccola folla di ministri e funzionari tra i più fedeli e alla first lady Carrie. Johnson ha rivendicato fra i meriti della sua premiership il ruolo di prima fila svolto al fianco di Kiev dopo l’invasione della Russia. Il Regno Unito “continuerà a sostenere l’Ucraina”, ha assicurato in tal proposito.
Johnson si è anche detto “immensamente orgoglioso” di aver portato a compimento la Brexit nei suoi tre anni a capo del governo. Ha poi rivendicato tra i suoi meriti quello di aver fatto uscire il Paese dalle restrizioni Covid per primo in Europa, di aver portato a casa un anno di crescita economica e il record assoluto di occupazione nel Regno. Ha però ammesso che la maggioranza del Partito Conservatore vuole ora un altro leader e che il processo per eleggerlo inizierà domani.
In totale sono una cinquantina i membri dell’esecutivo hanno abbandonato Johnson in meno di tre giorni. Il premier ha comunque già proceduto a sostituire i partenti nel consiglio di gabinetto, che è tornato così totalmente coperto nei ruoli principali. Alcuni sottosegretari o viceministri si sono peraltro detti disponibili a ritirare le dimissioni di protesta date nei giorni scorsi, ora che Johnson ha deciso di rinunciare alla leadership Tory e ad aprire così le porte all’entrata in scena di un nuovo primo ministro nel prossimo futuro.
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