Bus a lunga percorrenza anche in Svizzera?
Anche in Svizzera, le compagnie di autobus potrebbero presto sfidare le ferrovie nel trasporto dei passeggeri sulla lunga distanza.
Al contrario dell’Europa, dove la liberalizzazione del mercato ha consentito alle low-cost come Flixbus di emergere, nella Confederazione le tratte interne sono ancora protette. Né le compagnie elvetiche né quelle estere possono fare concorrenza ai treni.
Secondo la legge, i veicoli che effettuano trasporti internazionali di persone non possono condurre passeggeri fra due punti situati nel territorio della Svizzera (divieto di cabotaggio). Tale divieto è ancorato nell’accordo del 1999 fra la Confederazione la Comunità europea sul trasporto via strada e ferrovia.
Quanto ai passeggeri che scendono a una fermata intermedia nonostante abbiano un biglietto valido fino a una destinazione all’estero, la portavoce di Flixbus Bettina Engert, lo scorso ottobre, si giustificava così: “Non possiamo fermare le persone contro la loro volontà”.
L’Ufficio federale dei trasporti (UFT) sta però pensando di cambiare le regole: “Di recente”, riferisce la portavoce Florence Pictet, “abbiamo ricevuto la richiesta di una ditta svizzera che vorrebbe creare una linea di autobus tra San Gallo e Ginevra. È la prima richiesta di questo tipo che riceviamo”.
Oggi, in Svizzera, ogni linea deve essere autorizzata, anche per salvaguardare il trasporto su rotaia. Ma la pressione aumenta, perché l’autobus può essere molto meno caro del treno.
La tanto discussa start-up tedesca Flixbus, che non potrebbe trasportare passeggeri da una città svizzera a un’altra, in realtà lo fa sfruttando linee come la Costanza-Lione, che attraversano la Confederazione. Basta che i viaggiatori comprino un biglietto per l’estero; se poi scendono prima del confine, nessuno li ferma.
“La Svizzera è un mercato interessante”, ammette il direttore delle operazioni di Flixbus, Stefan Tontsch. “Vorremmo svilupparvi la nostra attività ma rispettando le regole. Per questo stiamo discutendo con le parti interessate”.
Se la Confederazione dovesse rinunciare alle restrizioni sulle tratte interne, il traffico di autobus potrebbe aumentare sensibilmente. “Ne stiamo discutendo e stiamo stilando dei rapporti che saranno presentati nel 2017”, spiega la portavoce dell’UFT.
In un paese che ha fatto della ferrovia un simbolo, è prima di tutto una decisione politica.
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