I lavoratori italiani giunti in Svizzera a partire dagli anni '60 del secolo scorso, oltre alle braccia hanno portato anche le gambe. In quegli anni nacquero infatti in tutta Svizzera un centinaio di squadre di calcio, rigorosamente di soli italiani, regolarmente iscritte ai campionati svizzeri nelle diverse categorie.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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Juventus, soprattutto, ma anche Inter, Azzurri e altri nomi con spesso l’aggiunta dell’aggettivo “italiano”, hanno popolato i campionati minori di calcio in Svizzera soprattutto a partire dagli anni ’60 con la punta di diamante, lo Sportclub Young Fellows Juventus, che negli anni ’70 ha militato in serie A.
Ma la storia straordinaria di questa emigrazione italiana, da un punto di vista sportivo, è la Coppa Italia, organizzata in Svizzera. Per una ventina di anni infatti, a partire del 1961, le squadre “italiane” della Svizzera tedesca hanno organizzato questa competizione.
Oggi esistono ancora diverse squadre “italiane”, ma ai ragazzi italiani di seconda o terza generazione (nel frattempo con il passaporto rossocrociato) sono andati ad aggiungersi i nuovi immigrati, soprattutto giocatori provenienti dall’ex Jugoslavia, e svizzeri ‘doc’. Si parla lo svizzero tedesco e sempre meno l’italiano.
Nomi illustri
Tra i convocati della nazionale elvetica che parteciperà ai mondiali russi, non c’è nessun giocatore di origini italiane. Eppure sono stati tanti gli italiani, figli di emigrati, che hanno vestito la maglia della nazionale svizzera (o che invece hanno preferito la nazionale italiana).
Due nomi su tutti: Ciriaco Sforza, capitano rossocrociato, che a cavallo del millennio ha vestito anche le maglie di Inter e Bayern Monaco, e Roberto Di Matteo, nato e cresciuto a Sciaffusa che negli anni ’90, passato dallo Zurigo alla Lazio, ha preferito la maglia azzurra (34 selezioni).
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