Cambiamento climatico, i cantoni non restano con le mani in mano
Ridurre le emissioni di gas a effetto serra non è compito esclusivo dello Stato federale, anche i Cantoni possono agire. Un esempio sono i Grigioni, che martedì hanno presentato un piano d'azione cantonale.
Bisognerà spendere in totale quasi 1,8 miliardi di franchi per ridurre a zero il saldo netto delle emissioni di gas serra entro il 2050 nei Grigioni. Il Governo ha calcolato questi costi nell’ambito del piano d’azione “Green Deal per i Grigioni”, presentato ai media a Coira. Il Cantone intende assumersi circa due terzi degli oneri.
Il piano è stato elaborato in risposta a un mandato del Parlamento cantonale. Nel documento, l’esecutivo retico mostra come il Cantone potrebbe raggiungere l’obiettivo di un saldo netto delle emissioni pari a zero e stima quanto bisognerebbe spendere.
Interventi a tutto campo
Molte misure sono già note e comprovate, ha spiegato il responsabile del Dipartimento della protezione dell’ambiente Jon Domenic Parolini: “Ora ne conosciamo i costi”. L’accento è posto sulla sostituzione dei combustibili fossili con fonti rinnovabili e sul miglioramento dell’efficienza energetica. Ciò deve essere fatto “in tutti i settori”: industria, turismo, agricoltura, trasporti ed edifici.
In un primo momento, durante la sessione di ottobre, verrà chiesto al Parlamento un credito d’impegno per 67 milioni. Con questa tappa iniziale si intendono intensificare provvedimenti esistenti in tempi rapidi e la cui attuazione non necessita di adeguamenti legislativi, si legge in un comunicato del Governo.
Il denaro sarà usato per promuovere maggiormente le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e i trasporti pubblici, per misure di protezione del clima nel settore agricolo nonché per adeguarsi ai cambiamenti climatici.
Un fondo cantonale per il clima?
L’obiettivo della seconda tappa invece, che comprende provvedimenti per cui sono indispensabili nuovi presupposti giuridici, consiste nel fare in modo che i Grigioni diano il loro contributo all’adempimento dell’accordo di Parigi e rinuncino all’impiego di vettori energetici fossili. Siccome verranno a meno i flussi di denaro in uscita per l’acquisto di tali vettori, questi fondi potranno essere impiegati a favore dell’economia e della creazione di posti di lavoro in settori promettenti in ottica futura.
Considerando entrambe le fasi, il modello di finanziamento include una quota di spesa cantonale del 62%, ovvero 1’087 milioni di franchi. Il resto sarebbe per esempio a carico della Confederazione (437 milioni) e di famiglie e imprese (237 milioni).
L’esecutivo propone la creazione di un fondo grigionese per il clima. Questo sarà sovvenzionato dalla riserva finanziaria del Cantone e da varie tasse su elettricità, alloggi, trasporti e turismo. Tuttavia, si è pensato pure ad aumenti delle imposte, che toccheranno solo in minima parte il budget dei nuclei famigliari, ha assicurato il presidente del Governo Mario Cavigelli, riconoscendo però che molti non ne saranno entusiasti.
Il piano d’azione prevede una riduzione rapida delle emissioni di gas serra. Di conseguenza, nei Grigioni, tra oggi e il 2050, potrebbero essere emesse ancora 21 milioni di tonnellate, molto meno dei 60 milioni (circa due all’anno) che verrebbero rilasciate nell’atmosfera con il ritmo attuale. Se a livello globale si procedesse alla stessa diminuzione, la temperatura aumenterebbe in media di 1,7 gradi centigradi.
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