Una nuova grana, dai contorni a luci rosse, si profila all'orizzonte per il presidente statunitense, il cui scontro con l'FBI, sia sul piano politico che giudiziario, si fa sempre più acceso.
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tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 3.5.2018)
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Donald Trump ha rimborsato di tasca propria Michael Cohen, suo avvocato ora indagato dall’Fbi, per i 130’000 dollari versati poco prima delle presidenziali alla pornostar Stormy Daniels in cambio del suo silenzio sulla presunta storia con il presidente Usa nel 2006. Lo ha rivelato a Fox News Rudy Giuliani, uno degli avvocati di Trump.
Il presidente USA ha sempre negato non solo la vicenda ma anche di essere a conoscenza del pagamento e ora il suo legale ha anticipato eventuali attacchi contro il suo assistito, precisando che per il pagamento non sono stati usati “soldi della campagna elettorale”. Il denaro è transitato “attraverso una società legale e il presidente lo ha rimborsato. Erano soldi pagati dal suo avvocato, il presidente li ha rimborsati nell’arco di diversi mesi”, ha spiegato sempre l’ex sindaco di New York.
L’ammissione di Giuliani, sottolineano alcuni osservatori, potrebbe essere stata dettata dal timore che gli inquirenti abbiano già ricostruito il giro di denaro ma di fatto contraddice la versione accreditata finora da Trump e dalla Casa Bianca, confermando per la prima volta implicitamente che il presidente avrebbe mentito.
Ma sarebbe anche peggio se si potesse configurare una distrazione di fondi in violazione della legge elettorale. Per pagare la pornostar, indica la difesa della Casa Bianca, Trump avrebbe usato soldi suoi. Le inchieste in corso dovrebbero fare luce su questi episodi che a questo punto, se provati, si potrebbero anche definire sconcertanti.
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