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Mark Zuckerberg non si presenterà di fronte ai deputati britannici

Il patron di Facebook ha fatto sapere martedì che non comparirà davanti alla commissione parlamentare incaricata di fare luce sullo scandalo dei dati personali usati per fini elettorali. Davanti ai deputati si è invece presentato Christopher Wylie, che ha fatto scoppiare il caso.

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In una lettera inviata a Damien Collins, il presidente della Commissione sul digitale, la cultura e i media del parlamento britannico, la società californiana ha indicato che “Marck Zuckerber ha chiesto a uno dei suoi vice di rendersi disponibile per testimoniare di persona”. A fare le veci del patron di Facebook potrebbero essere il direttore tecnico Mike Schroepfer o il responsabile dei prodotti Chris Cox.

Una proposta che Collins ha respinto, ritenendo “appropriato” che sia lo stesso Zuckerberg a spiegarsi, vista la gravità delle accuse.

Accuse che martedì Christopher Wylie ha ribadito davanti ai membri della commissione parlamentare.

Wylie, che ha lavorato per Cambridge Analytica, ha parlato di pratiche disinvolte, spregiudicate e al limite della legalità da parte della sua ex società, che avrebbe recuperato i dati di 50 milioni di utilizzatori di Facebook, utilizzandoli per fini elettorali.

Secondo Wylie, l’elezione di Donald Trump o il voto per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea sarebbero state influenzate dalle pratiche di Cambridge Analytica.

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