Sono saliti a sette i ricorsi pendenti al Tribunale cantonale amministrativo contro la Legge sulle imprese artigianali (LIA), varata in Ticino con l’obiettivo di contenere il flusso di “padroncini” e lavoratori distaccati provenienti da oltreconfine.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (Quotidiano del 28.12.2016)
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Con l’introduzione della LIA, le aziende che vogliano operare nel settore edile in Ticino devono avere i requisiti per iscriversi a un apposito albo. L’obbligo di iscrizione riguarda dunque non solo le ditte estere, ma anche le imprese indigene o di altri cantoni. Da qui le opposizioni alla Legge nella stessa Svizzera.
Come riferito mercoledì da ‘la Regione’, il nuovo ricorso è stato inoltrato pochi giorni prima di Natale dalla Commissione federale della concorrenza. Si tratta della terza opposizione della Comco e “riguarda un singolo caso d’applicazione”, precisa il presidente Vincent Martenet al quotidiano ticinese.
Alla base di tutti e tre i reclami, l’asserita non conformità con la Legge federale sul mercato interno (Lmi) dell’obbligo di iscriversi all’albo, delle condizioni d’iscrizione e delle tasse imposte.
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