Caravaggio, il Boss e il mercante svizzero
Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969, all’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, fu trafugata una magnifica Natività dipinta da Caravaggio. Malgrado gli sforzi degli inquirenti, che hanno raccolto le dichiarazioni di vari pentiti di mafia, della tela (valore stimato 35 milioni di euro) si sono perse le tracce.
La Natività (1600) di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, è stata sopra l’altare dell’Oratorio palermitano di San Lorenzo per quasi 4 secoli, finché nella notte tra il 18 e 19 ottobre del 1969 un manipolo di ladri s’impossessa del dipinto portandolo via su un camioncino della frutta e lasciando sull’altare il solo telaio, da cui pendevano residui di tela recisa.
Un furto molto probabilmente commesso su commissione: uno strano intreccio di mafia e malaffare che ha fatto guadagnare al dipinto il triste podio della Top Ten Art CrimesCollegamento esterno secondo l’FBI.
Dopo oltre cinquant’anni di ricerche il dipinto ancora non è stato trovato. Eppure di questo furto si conoscono ormai nomi e cognomi di chi ha rubato fisicamente la Natività, si sa anche come questo furto è stato perpetrato e il primo nascondiglio della tela.
Inoltre è appurato pure il coinvolgimento della mafia e di un antiquario, trafficante di opere d’arte, ormai deceduto, proveniente dal Canton Ticino, probabilmente da Lugano. Il mercante svizzero avrebbe acquistato la tela, portandola oltreconfine quasi subito dopo il furto, già nel 1970.
Falò, la trasmissione di approfondimento della RSI, ha ripercorso le tappe salienti di un’inchiesta piena di misteri, colpi di scena e nuove speranze.
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