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Carne coltivata in laboratorio, tra due anni nei negozi

Tra due anni carne coltivata in laboratorio sugli scaffali.
Tra due anni carne coltivata in laboratorio sugli scaffali. Ma a quale prezzo? Keystone / Martin Ruetschi

A Lindau, nel Canton Zurigo, il primo laboratorio svizzero per la produzione di carne sintetica. 

La carne coltivata è l’ultima frontiera nell’alimentazione che la Migros, il più importante dettagliante della Confederazione, ha deciso di oltrepassare. Numerose le argomentazioni a sostegno di questo passo, ribaditi anche al recente vertice internazionale sul clima di Glasgow.

La produzione di questo tipo di alimento non necessita di antibiotici, non inquina l’ambiente ed evita l’allevamento di animali, ha osservato il gigante giallo, che ha acquisito una quota di Aleph Farms, una start-up israeliana, attraverso la sua filiale M-Industrie.

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Alla vista, assicurano gli esperti della società israeliana, sembra un normale taglio di carne, con tanto di fibre e grassi, ma viene prodotto in laboratorio da cellule animali. Ci vogliono circa quattro settimane per ottenere un pezzo analogo alle parti nobili che vengono esposte nelle macellerie e il bilancio finale è incontestabile: nessuna sofferenza di animali e nessun impatto ambientale analogo a quelli provocati dagli allevamenti intensivi, in termini di biodiversità, territorio sfruttato, acqua consumata ed emissioni nocive, che finiscono nell’atmosfera.

Senza contare alle minori risorse necessarie per questo tipo di produzione, che non richiede costi di alimentazione e cura degli animali e riduce i tempi del ciclo di sintesi.

Proprio in queste settimane a Lindau, nel Canton Zurigo, è nata, in collaborazione con le imprese Bühler e Givaudan, la società che ospiterà il primo laboratorio in Svizzera destinato alla produzione di carne sintetica.

Al momento i costi non sono naturalmente ancora competitivi ma tra due anni le prime confezioni di carne “coltivata” faranno la loro comparsa sugli scaffali. E c’è chi scommette sulle potenzialità di questo ramo, che incontra gli orientamenti di un numero crescente di consumatori, che per motivi etici o salutistici sono diventati vegetariani o vegani.  

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