Timide sanzioni dell’UE nei confronti della Russia
L'Unione Europea ha raggiunto un'intesa per sanzioni contro quattro non meglio precisati alti funzionari russi coinvolti nei procedimenti giudiziari contro l'oppositore Alexei Navalny.
La risposta di Bruxelles circa il caso dell’oppositore russo Alexey Navalny, condannato il 2 febbraio scorso a due anni e otto mesi di carcere, era attesa. Tuttavia, la decisione dei ministri degli esteri dei 27 di limitarsi a sanzionare solo quattro alti funzionari è accolta con delusione da chi voleva un intervento più deciso nei confronti delle autorità russe.
La risposta europea è “mirata, proporzionata e giuridicamente inattaccabile”, ha sostenuto un ministro.
“È difficile punire gli oligarchi. Possiamo agire solo contro i funzionari, e solo se abbiamo prove”, aveva spiegato il capo della diplomazia lussemburghese Jean Asselborn prima della riunione.
Le sanzioni europee consistono in un divieto di visto e un congelamento dei beni nell’UE per le persone o entità interessate.
Il Cremlino aveva lanciato un avvertimento agli europei prima del loro incontro. Mosca è “pronta a reagire” in caso di un “nuove misure restrittive, unilaterali e illegittime”, aveva avvertito l’ambasciatore russo presso l’UE, Vladimir Tchijov, in un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt.
Le cerchie vicine a Navalny hanno da parte loro espresso disappunto: “Punire qualche funzionario del Cremlino che non ama viaggiare e non ha proprietà all’estero, servirà a ben poco e non farà passare alcun tipo di messaggio”, ha dichiarato Leonid Volkov, presente a Bruxelles per chiedere sanzioni nei confronti degli oligarchi vicini al presidente Putin.
Lo stesso Navalny nel novembre scorso, durante la sua convalescenza in Germania dove era stato curato dopo il tentativo di avvelenamento in Russia, aveva sottolineato la necessità di “prendere di mira il denaro, gli oligarchi, non solo quelli vecchi ma anche i nuovi, i membri della cerchia ristretta di Putin”.
tvsvizzera.it/mar/afp con RSI (TG del 22.2.2021)
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