Cento anni di unione doganale tra Svizzera e Liechtenstein
Serata di gala a Schaan, nel principato confinante con la Confederazione, dove è stato celebrato il secolo di unione doganale tra i due Paesi.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Tra i 250 invitati c’erano il presidente della Confederazione Alain Berset, il principe ereditario Alois del Liechtenstein e il suo primo ministro Daniel Risch. Anche i Cantoni di San Gallo e dei Grigioni, vicini al Principato, sono rappresentati da membri dei rispettivi governi.
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“Questa sera ricordiamo una lunga storia comune con il Liechtenstein”, ha detto Berset all’inizio della serata, davanti ai media. Tra i Paesi si è sviluppata un’amicizia e una vicinanza di grande significato per la Svizzera. “In questi tempi turbolenti, è molto importante avere relazioni stabili”, ha sottolineato il presidente della Confederazione.
Il principe ereditario Alois del Liechtenstein ha dichiarato che nel giorno dell’anniversario prova soprattutto gratitudine nei confronti della Svizzera per aver stipulato il Trattato doganale nel 1923.
“Chissà se il Liechtenstein sarebbe esistito ancora, in caso contrario, come Stato indipendente”, ha detto il principe, riferendosi alle difficoltà economiche attraversato dal suo piccolo Paese dopo la Prima Guerra mondiale.
Ora il Liechtenstein è uno Stato florido ma all’epoca, quando gravitava nell’orbita dell’Austria con cui aveva sottoscritto precedentemente l’unione doganale – disdetta nel 1919 – la situazione era ben diversa.
L’avvicinamento alla Confederazione, che è continuato anche quando questo è entrato negli anni ’90 nello Spazio economico europeo, ha garantito l’indipendenza e lo sviluppo economico di Vaduz che oggi è uno dei Paesi più ricchi al mondo.
In questo senso il Principato può vantare la prerogativa di avere più posti di lavoro che numero di residenti (poco meno di 40’000). Sempre negli anni ’20 del secolo scorso il Liechtenstein ha adottato il franco svizzero come valuta corrente.
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