Quando l’intrattenimento va di pari passo con lo shopping
Mercoledì verrà inaugurato ad Ebikon, alle porte di Lucerna, il secondo centro commerciale più grande della Svizzera. Un centro che punta non solo sullo shopping, ma anche e soprattutto sull’intrattenimento.
Fatturati in calo
Secondo uno studioCollegamento esterno della società di studi di mercato GfK, nel 2016 il fatturato dei grandi centri commerciali è diminuito del 3% rispetto all’anno precedente, malgrado un aumento delle superfici dell’1,9%.
Solo tre dei 10 più grandi centri commerciali svizzeri sono riusciti a mantenere un giro d’affari stabile.
Nello stesso tempo gli svizzeri comprano sempre di più su internet. Nel 2015 hanno speso 7,5 miliardi di franchi, una cifra in costante aumento. I settori più toccati sono quelli dell’abbigliamento e dell’elettronica.
Il boom degli acquisti online sta mettendo a dura prova il commercio al dettaglio. È una delle ragioni per cui i centri commerciali devono innovare se vogliono sopravvivere. Ed è quello che si è cercato di fare al Mall of Switzerland, dove oltre ai negozi si punta molto sulle offerte di intrattenimento.
Nel nuovo centro si potrà ad esempio fare del surf indoor, andare in palestra o guardare un film in una delle dodici sale cinematografiche.
“Non tutti hanno sempre voglia di fare shopping, soprattutto gli uomini, e allora per loro abbiamo ad esempio uno show room della Tesla, o un negozio di motociclette, quindi tanti motori, un tipico mondo maschile”, spiega alla Radiotelevisione svizzera Jan Wengeler, direttore di Mall of Switzerland.
Un mondo dove trova sempre anche più spazio la ristorazione: “C’è una forte domanda di superfici per la gastronomia, ora rappresenta il 7% del totale, ma in futuro nei centri commerciali arriveremo al 20, 30%”, sottolinea Wengeler.
A 50 anni dal primo centro commerciale
L’inaugurazione di questo nuovo centro giunge in un momento particolare. Proprio cinquant’anni fa, nella stessa regione – a Schönbühl – veniva infatti aperto il primo centro commerciale della Svizzera.
Contrariamente allo scetticismo odierno, all’epoca l’apertura fu accolta con euforia: “Un paradiso degli acquisti”, “Un paese incantato”, “Un posto dove le possibilità sono illimitate”… La stampa non era avara di superlativi per quello che appariva probabilmente come un supremo simbolo di modernismo in un contesto caratterizzato dal consumismo trionfante.
La presenza di diverse insegne nello stesso spazio – sottolineava ancora la stampa – permetteva al cliente di paragonare velocemente i prezzi tra un negozio e l’altro.
Questo primo centro, ricorda il quotidiano locale “Bote der Urschweiz”, ospitava nove negozi, una filiale di una banca, un ufficio postale, un parrucchiere e un bar. E la ciliegina sulla torta: un parcheggio gratuito di 300 posti sopra e sotto l’edificio.
Altri tempi. Oggi il Mall of Switzerland di parcheggi ne ha ben 1’600 e per il suo finanziamento non si è fatto capo al patriziato come nel 1967, bensì a un fondo d’investimenti di Abu Dhabi, che ha investito nel progetto 500 milioni di franchi.
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