La Fondazione Fellini di Sion festeggia il centenario del regista
I festeggiamenti per i cento anni di Federico Fellini continuano. Parzialmente fermati dalla pandemia, gli eventi rinviati saranno riproposti nel corso del 2021. A Sion, la Fondazione Fellini per il cinema ha ricordato proprio in questi giorni il secolo del maestro di Rimini che tanto ha segnato l’immaginario di diverse generazioni di cinefili. E non solo.
La Svizzera ha svolto e svolge un ruolo molto importante nella salvaguardia di documenti, dipinti, fotografie e cimeli di Federico Fellini. Vent’anni fa ormai, proprio a Sion, nasceva la Fondazione Fellini per il cinemaCollegamento esterno, mentre a Zurigo la famiglia Keel – della casa editrice Diogenes Verlag Collegamento esterno– grazie all’amicizia con il regista, ha a sua volta accumulato una quantità incredibile di materiale legato a Fellini.
Da allora la Fondazione Fellini per il cinema di Sion ha promosso oltre 100 esposizioni in Svizzera e nel mondo, ha curato oltre 40 pubblicazioni e monografie su Fellini. E per il centenario ha allestito un ricco programma.
Innanzitutto, organizzando nei propri spazi l’esposizione “Le ossessioni oniriche di Fellini”, un’immersione nel misterioso film che il Maestro lasciò incompiuto nel 1967, intitolato Il viaggio di G. Mastorna. Dopo Otto e mezzo (1963) e Giulietta degli spiriti (1965), Fellini si è confrontato con l’esperienza dell’aldilà nella tradizione delle grandi catabasi di Virgilio e Dante Alighieri.
Con la mostra in corso, venerdì scorso, la Fondazione Fellini ha festeggiato ufficialmente i 100 anni del regista romagnolo con uno spettacolo alla “Maison du diableCollegamento esterno” (lo spazio culturale della Fondazione dove è pure allestita la mostra) dal titolo “Gelsomina”, monologo teatrale di Pierrette Dupoyet tratto dal film La Strada di Fellini e interpretato da un’intensa Marie-Joséphine Susini arrivata a Sion una settimana prima per non essere bloccata in Corsica dalla pandemia
Il nostro servizio da Sion:
Perché una fondazione a Sion?
La storia della Fondazione è strettamente legata a due persone: Gérald Morin e Stéphane Marti. Gérald Morin, da giovane assistente alla regia, nel 1971 parte da Ginevra alla volta di Roma per incontrare e intervistare Federico Fellini. Il regista romagnolo sta girando Roma.
Intimidito certo, ma determinato Morin chiede di poter osservare il Maestro durante le riprese. Morin non abbandona il set per parecchie settimane. Alla fine, Fellini in persona lo assume come segretario privato. Morin trascorre così sei anni al fianco di Fellini in quel periodo d’oro della sua creatività che ha dato vita alla trilogia della maturità, quella grande autobiografia immaginaria interamente ricostruita. Un lungo viaggio iniziatico tra Roma, Amarcord e Casanova.
Come Morin ama ricordare, Fellini aveva l’abitudine di pagare i suoi assistenti in natura, offrendo loro un dipinto, una scultura o una penna o ancora altri cimeli. Non gli piaceva accumulare cose e così le dava a Morin che non smetterà di raccogliere materiali sul regista italiano per una trentina di anni.
Un decennio dopo sarà Stéphane Marti a scendere a Roma per intervistare Fellini. Quest volta sul set di E la nave va. Marti tornerà a casa con l’intervista e la passione per l’opera di Fellini.
Sarà ancora un decennio dopo che Morin e Marti si incontrano nella commissione culturale del canton Vallese. La passione comune per Federico Fellini li porterà dapprima a creare un’associazione poi una fondazione legata all’opera del regista. Inizialmente tutto il materiale arriva direttamente dagli archivi di Gérald Morin. Nel tempo il materiale è raddoppiato grazie ad acquisti e donazioni.
Ecco alcuni siti interessanti inerenti l’opera di Federico Fellini:
Fondazione Fellini per il cinema, SionCollegamento esterno
Fondazione Fellini RiminiCollegamento esterno
Philippe Keel su Fellini Collegamento esterno(in tedesco)
Cineteca Bologna su FelliniCollegamento esterno
Città di RiminiCollegamento esterno
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