Collegialità rafforzata in Governo e reazioni soddisfatte dei partiti
I nuovi consiglieri federali Elisabeth Baume-Schneider e Albert Rösti sottolineano l'importanza della collegialità in Consiglio federale mentre dalla politica filtra una certa soddisfazione per il voto dell'Assemblea federale.
Interrogato dai media dopo la sua elezione Albert Rösti ha detto che intende portare in governo i valori dell’Unione democratica di centro (UDC, destra), pur nel rispetto beninteso della collegialità.
Tra gli obiettivi prioritari su cui vuole fornire il suo contributo, ha osservato il politico bernese, vi è la necessità imperativa di garantire l’approvvigionamento energetico del Paese e buone relazioni con l’Ue, il nostro maggior partner economico, su cui il suo partito ha tradizionalmente un approccio piuttosto scettico.
Da parte sua la nuova collega Elisabeth Baume-Schneider si è detta molto felice di “poter partecipare a costruire la Svizzera di domani” e di rappresentare un ponte fra città e campagna, fra le varie regioni e comunità del Paese.
In merito all’azione di governo la politica giurassiana ha osservato che si tratta ora di “rispondere, trovare soluzioni” assieme agli altri ministri ai problemi percepiti dalla gente, come il conflitto in Ucraina, la carenza di energia, il potere d’acquisto.
La nuova consigliera federale non ha nascosto l’emozione che sta provando il suo cantone, per la prima volta rappresentato in Governo: “Il Giura non è più in lotta (riferendosi alla lunga vertenza con Berna, ndr), ora è in gioco”.
Congratulazioni via Twitter
Anche dal mondo politico filtra una moderata soddisfazione, in base ai primi commenti, per l’elezione di Elisabeth Baume-Schneider e Albert Rösti in Consiglio federale. Nonostante la sorpresa costituita dalla designazione da parte dell’Assemblea della “senatrice” giurassiana, sono giunte le congratulazioni, soprattutto via Twitter, delle segreterie ai due neo eletti.
Con qualche eccezione, come testimonia il messaggio del copresidente socialista Cédric Wermuth che si è rallegrato per il l’insuccesso della “minirivolta maschilista di UDC, PLR e dell’Alleanza di Centro”, riferendosi ai 58 voti raccolti dal candidato non ufficiale del PS Daniel Jositsch al primo turno.
Il nodo della maggioranza latina
I liberali radicali (PLR) ritengono invece che la nuova maggioranza latina in governo crei “squilibri regionali” che non dovrebbero prodursi “se non per un breve periodo di transizione”.
Oggi abbiamo una maggioranza latina, ha osservato il capogruppo liberale Damien Cottier, per scelta dell’Assemblea federale. “La cosa che dà un po’ fastidio – ha precisato il consigliere nazionale neocastellano – è che quando ci saranno sei svizzerotedeschi e un latino ci diranno che è importante sostenere le minoranze: oggi abbiamo creato uno squilibrio nell’altro senso e questo non è coerente”.
Tesi criticata dal capogruppo socialista alle Camere Roger Nordmann secondo cui la Svizzera non corre il rischio di frantumarsi a causa di questa inconsueta maggioranza. Abbiamo avuto ragione ad avere due donne sul nostro ticket, ha continuato l’esponente socialista, altrimenti sarebbe stato eletto un altro uomo, un’ipotesi contraria all’equilibrio tra sessi.
Rösti raccoglie consensi soprattutto tra i moderati
Per il presidente UDC Marco Chiesa, Albert Rösti “è una persona capace di costruire un consenso” ed è corretto che all’interno di un gremio collegiale ci siano personalità che hanno queste caratteristiche”. Avere qualcuno nel Consiglio federale, precisa meglio il politico ticinese, “che è una sorta di ponte tra il parlamento e l’esecutivo è un’ottima cosa”.
Di “persona alla mano” ha parlato anche il consigliere nazionale del Centro Fabio Regazzi per il quale questa è “una qualità importante” per il ruolo ricoperto dal neo eletto.
Il fatto poi che i grossi centri urbani non siano rappresentati in Consiglio federale fa storcere il naso a diversi, in particolare alla sezione zurighese dell’UDC che lamenta la perdita di un suo esponente a Berna. Questo, indica una nota, mette il governo davanti a una “grande responsabilità e lo costringerà ad usate molto tatto”.
Preoccupazioni per centri urbani e ambiente
Considerazioni analoghe provengono dalla capogruppo Verde liberale Tiana Moser secondo cui la mancanza di rappresentanti delle aree urbane è preoccupante per lo sviluppo economico del paese e per le relazioni con l’Unione europea. “Credo che una parte della popolazione – sostiene l’ecologista moderata – faccia fatica ad identificarsi con questo governo”.
Per la vicepresidente dei Verdi Greta Gysin non siamo in presenza di un Consiglio federale “ottimale” ed è quindi auspicabile per il suo partito che Viola Amherd voglia cambiare dipartimento (attualmente è alla Difesa, ndr) e “prenda lei la responsabilità del Dipartimento federale dell’ambiente” (DATEC). E proprio su questo dipartimento sembrano concentrarsi in queste ore le attenzioni interessate dei partiti.
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