Come le aziende svizzere si preparano a un’eventuale penuria energetica
L'acciaieria Stahl Gerlafingen di Soletta ha inoltrato una richiesta per lavoro ridotto. Per ora è un'eccezione, ma altri casi potrebbero seguire.
La siderurgia è un ramo altamente energivoro e l’aumento del prezzo dell’energia sta mettendo in crisi il settore, che cerca di correre ai ripari.
In Svizzera, la Stahl Gerlafingen – di proprietà del gruppo italiano Beltrame – consuma da sola ogni anno l’equivalente di energia di 70’000 economie domestiche. Con l’aumento dei prezzi, la società calcola ora che per il solo mese di ottobre dovrà pagare una bolletta di 45 milioni di franchi, più che in un intero anno normale.
Per questa ragione, l’azienda con sede nel Canton Soletta ha chiesto e ottenuto dalle autorità cantonali di poter far capo da ottobre a dicembre al lavoro ridotto per i suoi dipendenti.
“Gli alti prezzi dell’energia stanno minacciando la nostra esistenza”, ha dichiarato al settimanale NZZ am Sonntag il direttore Alain Creteur. “Forse nessuno dovrà essere messo in disoccupazione parziale. Ma forse dovremo lasciare a casa tutti o parte dei nostri 560 dipendenti”.
Il servizio del TG:
No a razionamenti di gas o elettricità
L’associazione di categoria Swissmem, che ragguppa le imprese del settore meccanico, elettrico e metallurgico, è naturalmente in prima fila per cercare di salvaguardare gli interessi del settore. Molte di queste aziende dipendono da una fornitura permanente di energia elettrica, altrimenti devono interrompere completamente la produzione. Una penuria di elettricità o di gas metterebbe a rischio le ditte e i loro posti di lavoro, sottolinea Martin Hirzel, presidente di Swissmem, interpellato dall’agenzia stampa Awp. Le imprese industriali che dipendono da una fornitura ininterrotta di energia devono quindi essere esentate da qualsiasi razionamento di gas o elettricità.
La Stahl Gerlafingen va dal canto suo anche oltre e chiede che sia introdotto un tetto massimo provvisorio al prezzo dell’energia per l’industria.
Il settore industriale non è però l’unico ad essere messo sotto pressione dall’aumento dei prezzi dell’energia e dalla possibile crisi che si staglia all’orizzonte. Dal settore della vendita al dettaglio a quello alberghiero e della ristorazione, ai trasporti e all’industria, molte aziende hanno così adottato o si apprestano a adottare misure.
Commercio al dettaglio
Da settembre la catena di supermercati Coop ha messo in atto diverse misure di risparmio energetico, ha indicato un portavoce all’agenzia AWP. È entrato in vigore lo spegnimento delle luci interne e delle insegne per tutti i supermercati, negozi specializzati, uffici, magazzini e centri logistici. Anche la temperatura del riscaldamento è diminuita di due gradi. Coop rinuncia pure alle illuminazioni esterne per le festività di fine anno. Anche gli investimenti nella sostenibilità apportano il loro contributo, come i pannelli solari installati sugli edifici.
L’altro grande distributore Migros ha “messo in atto un sistema di gestione di crisi professionale e collaudato, nel quale differenti scenari possibili sono oggetto di esercizi e di preparativi regolari”, spiega un addetto stampa. La situazione attuale è vista come una “motivazione per accelerare ulteriormente la nostra strategia di sostenibilità”. Si investe nella produzione, ad esempio sostituendo gli impianti di riscaldamento a gas con quelli a pellet di legno.
Aldi ha modernizzato la sua infrastruttura: ora utilizza solo lampadine a LED ad alta efficienza e impiega un sistema di riscaldamento e raffreddamento che sfrutta il calore generato dalle celle frigorifere per riscaldare i negozi. Altre misure potrebbero essere adottate, “a seconda della situazione”. Inoltre, 60 filiali sono già dotate di pannelli solari.
“Da diversi mesi abbiamo creato un gruppo di lavoro specifico per la questione energetica che analizza costantemente l’evoluzione della situazione, in particolare dei prezzi, ed è in contatto con le istituzioni”, sottolinea una portavoce di Manor. Nelle prossime settimane sono previste misure concrete che si aggiungono a quelle già in atto da “molti anni”, come l’illuminazione a LED. Esse riguardano in particolare l’illuminazione delle vetrine e il riscaldamento. Manor rinuncerà anche alle illuminazioni natalizie all’esterno di tutti i suoi 59 grandi magazzini.
Altri dettaglianti, come Fnac Svizzera e Globus, hanno dichiarato che stanno lavorando a misure di risparmio energetico: “Si stanno valutando delle misure, ma è troppo presto per comunicarle”, sottolinea un portavoce.
L’associazione di categoria avverte che alcune delle misure di risparmio comporteranno una riduzione delle vendite. “Studi dimostrano che se il funzionamento delle scale mobili di un centro commerciale a più piani viene interrotto, i negozi ai piani superiori perdono vendite”, afferma Patrick Kessler, direttore generale dell’associazione. Questi raccomanda misure di risparmio che “non influenzino i consumi e quindi le entrate”. Inoltre, se si dovesse introdurre un sistema di contingentamento come ad esempio un orario di apertura limitato, occorrerà discutere la reintroduzione del lavoro ridotto.
Trasporti
Nel settore dei trasporti pubblici è in corso di elaborazione una strategia globale, indica un portavoce delle Ferrovie federali svizzere. “Per rimanere efficienti i trasporti pubblici dipendono da un’alimentazione sicura e affidabile. È quindi certo che una penuria di energia elettrica avrebbe un impatto sul funzionamento del sistema ferroviario”.
L’azienda ferroviaria ha istituito un gruppo di lavoro specifico, supportato dall’Unione dei trasporti pubblici, il cui compito è preparare l’introduzione di misure concrete, sottolinea.
Negli aeroporti, in particolare a Ginevra e Zurigo, portavoce hanno confermato all’AWP che sono allo studio misure per ridurre i costi energetici in queste infrastrutture particolarmente energivore.
Hotel e ristoranti
Per l’industria alberghiera e della ristorazione, una carenza di energia sarebbe un altro duro colpo, dato che il settore non si è ancora ripreso completamente dalla pandemia. Secondo un sondaggio di Gastrosuisse, circa il 64% degli stabilimenti è preoccupato per il rischio di carenza energetica. La percentuale è ancora più alta per i grandi consumatori di energia, che rappresentano circa il 20% dei membri. Quattro stabilimenti su cinque sono preoccupati perché sarebbero direttamente interessati da un contingentamento.
Anche il forte aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità è un incentivo al risparmio energetico. Ad esempio, il 30% degli hotel ha già adottato misure come l’installazione di timer, la sostituzione delle lampadine o l’abbassamento delle temperature.
“L’aumento dei costi energetici è una sfida (…) e ha un impatto sui nostri prezzi”, afferma una portavoce del gruppo alberghiero Accor. Le misure di efficienza energetica sono in atto da anni, in collaborazione con i proprietari degli edifici, e vista la situazione attuale, è in corso una revisione continua per identificare altri potenziali risparmi.
Il settore sostiene le misure volontarie che mirano a ridurre il consumo di energia, ma chiede che non si proceda a chiusure di installazioni o al divieto di attrezzature che “mettono a rischio le strutture alberghiere e riportano inutilmente alla mente gli spiacevoli ricordi della crisi del coronavirus”, sottolinea d’Andreas Züllig, presidente di Hotelleriesuisse.
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