L’hornussen, un gioco per chi ha un occhio di falco
Tra gli sport e i giochi tradizionali svizzeri ve ne è uno che agli occhi dei profani rischia di essere a prima vista di difficile comprensione: l'hornussen.
Vi sono la lotta svizzera e il lancio della pietra. E qui anche chi non ha troppa dimestichezza con gli sport nazionali svizzeri, non dovrebbe avere troppa difficoltà nel capire rapidamente in cosa consistano.
Vi è poi l’hornussen. E in questo caso, chi assiste per la prima volta a una partita del terzo sport annoverato nella lista dei giochi tradizionali elvetici resterà probabilmente un po’ più perplesso. Non è un caso, forse, che da una rapida ricerca su Google l’hornussen figura spesso ai primi posti di ipotetiche classifiche sui giochi più strani (o assurdi) del mondo, alla stregua del buzkhasi afghano (quella sorta di polo in cui però la pallina è sostituita da una carcassa di capra) o della corsa con la moglie che si svolge in Finlandia e in cui il vincitore è ricompensato con il peso in birra della propria moglie trascinata sulle spalle.
Quasi una calunnia, ci verrebbe da dire… un attacco in piena regola all’amor proprio elvetico! Chi scrive deve però umilmente confessare che prima di preparare questo articolo sapeva poco o nulla dell’hornussen. Questo sport è infatti diffuso praticamente solo in alcune regioni rurali della Svizzera tedesca, in particolare nell’Emmental e nell’Entlebuch, e non è mai riuscito a sfondare il Röstigraben e il Polentagraben.
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Partiamo dal nome. Hornuss significa calabrone e il nome del gioco deriva dal suono del disco che viene usato e che quando ‘vola’ è simile al ronzio del calabrone. Questo sport affonderebbe le sue radici in epoca medievale, quando in alcune regioni alpine veniva praticato un rito per scacciare gli spiriti maligni. Con una sorta di frusta si lanciavano ciocchi di legno in fiamme dall’alto delle montagne.
La panoplia dei giocatori di hornussen è relativamente semplice: una sorta di frusta o di bacchetta semirigida con un legno all’estremità, un disco di plastica del peso di 78 grammi (l’hornuss) e tante pale che assomigliano a quelle di un fornaio.
Si affrontano due squadre di 16 o 18 giocatori su un campo da gioco rettangolare lungo 300 metri o più. I giocatori della squadra che difende si dispongono a intervalli regolari in un’area situata a partire da 100 metri dal luogo di battuta. Gli attaccanti devono invece scagliare il disco di plastica con la bacchetta, lunga circa due metri.
L’obiettivo dei difensori è di intercettare il prima possibile il disco scagliato dai giocatori della squadra che attacca lanciando in aria le pale, che hanno una dimensione di circa 60×60 cm. La difficoltà sta soprattutto nel vedere dove si trova l’hornuss in cielo e valutare il momento esatto in cui lanciare la pala. Un gesto tutt’altro che semplice, considerando il fatto che il disco al momento del lancio può raggiungere una velocità di oltre 300 km/h e in fase di atterraggio viaggia pur sempre a circa 200 km/h. Insomma, per praticare l’hornussen bisogna avere grandi capacità di reazione e soprattutto un occhio di falco.
Colui che “picchia” l’hornuss (in svizzero tedesco si dice picchiare e non lanciare) deve invece cercare di farlo arrivare il più lontano possibile, indirizzandolo nell’area dei difensori. Quest’area va dagli otto metri di larghezza nella prima base (a 100 metri dal punto di battuta) a 14,65 metri nella ventesima base (a 300 metri dal punto di battuta).
Se il disco è intercettato dalla prima alla seconda base (ossia nella zona compresa tra 100 e 110 metri) la squadra che attacca segna un punto e così via via fino ai venti punti dell’ultima base.
Vince chi…
Ogni giocatore che attacca può tirare tre volte e vengono conteggiati i due tiri migliori. Una volta che tutti i membri della squadra hanno scagliato l’hornuss, i ruoli si invertono. Ogni squadra attacca e difende due volte.
Quindi vince chi totalizza più punti, vi chiederete… Pensavate fosse così facile! Qui casca l’asino. Se l’hornuss tocca terra senza essere intercettato dai difensori, la squadra che difende riceve un punto di penalità (che in gergo viene chiamato un “numero”). E sono proprio questi punti di penalità a determinare in primo luogo l’esito dell’incontro. La squadra che ne colleziona di più perde, poco importa se i suoi giocatori sono riusciti a totalizzare più punti scagliando più lontano degli avversari l’hornuss. Se invece le due squadre hanno lo stesso numero di penalità, vince effettivamente quella che ha segnato più punti.
Un po’ come – ma forse mi sbaglio – se in una partita di calcio vincesse la squadra che ha effettuato più tiri in porta, mentre il numero di reti sarebbe secondario. La Fifa potrebbe magari trarre qualche spunto dall’hornussen per i prossimi Mondiali…
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