Sfiducia negli eletti, nuove opportunità per la democrazia diretta
Contrariamente a quanto sta avvenendo a livello nazionale in molti paesi, sul piano locale la democrazia partecipata sta fiorendo nel mondo: forti di questa constatazione, i partecipanti al Global Forum sulla democrazia diretta a Roma hanno adottato un documento che crea la base per dare vita a una Lega internazionale delle città democratiche.
Frutto degli intensi scambi su esperienze di pratiche democratiche avvenuti nei quattro giorni di lavori del 7° Global Forum e di una discussione finale nel plenum, il testo scritto e approvato a Roma è solo la bozza della “Magna Charta per una nuova era di democrazia”. Il catalogo di criteri da adempiere e di pratiche da attuare per essere una città democratica, con l’invito ad aderirvi, è ora distribuito per un anno in tutto il mondo per raccogliere suggerimenti e sottoscrizioni.
Il documento a cui si giungerà con questo processo partecipato sarà quindi sottoposto al prossimo Global Forum, che si terrà dal 2 al 5 ottobre 2019 a Taichung (Taiwan), dove è in programma il lancio ufficiale della Lega internazionale delle città democratiche.
L’idea di questa “nuova organizzazione, che è allo stesso tempo globale e intensamente locale” – si legge nella Magna Charta – è di promuovere la condivisione di conoscenze ed esperienze di città in tutto il mondo che, come emerso dalle molteplici testimonianze al Global Forum di Roma, “stanno lavorando sodo per diventare più democratiche e per inventare nuovi modi di partecipazione”.
Sfiducia negli eletti, voglia di democrazia diretta
La crisi che sta vivendo oggi la democrazia riguarda la democrazia rappresentativa elettiva: tanti cittadini non hanno più fiducia nei politici e nei governanti; chiedono invece il diritto di partecipare direttamente alle decisioni sulla cosa pubblica, aveva sostenuto il ministro italiano per i rapporti con il parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, mercoledì in apertura del Global Forum.
Una convinzione ripetutamente ribadita da altri partecipanti provenienti da tutto il mondo convenuti a Roma. Dalle testimonianze di cittadini di molte località sparse per il pianeta, è emerso chiaramente che se da un lato i governanti, soprattutto a livello nazionale, osteggiano la democrazia partecipata, questa si sta sviluppando enormemente, in svariate forme, a livello locale, in tutti i continenti.
La partecipazione dei cittadini a livello locale si esprime al meglio anche perché riguarda problematiche che li toccano da vicino, in modo concreto, è stato osservato. Queste forme di partecipazione locali possono inoltre rappresentare un primo passo, una sorta di apprendistato verso una vera democrazia diretta. La creazione di una rete di città democratiche darebbe nuovi impulsi alla diffusione di tali pratiche.
Distinguere modelli partecipativi da democrazia diretta
Non tutti i partecipanti interpellati da swissinfo.ch per un bilancio della settima edizione del Global Forum apprezzano tuttavia che democrazia partecipata e democrazia diretta siano trattate indistintamente. “Sono due cose profondamente diverse: la democrazia diretta dà la voce e l’ultima parola ai cittadini, anche su temi molto importanti, mentre la democrazia partecipativa dà tecniche utili per creare un senso di comunità e coinvolgere i cittadini nelle attività. Avrei voluto più chiarezza su questo”, dichiara per esempio Lisa Zaquini di “Più democrazia Italia”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Stefan Lausch, coordinatore di “Iniziativa per più democrazia” e osservatore per i comuni di Bolzano e Malles (Alto Adige) al Global Forum: “Viene gettato tutto in un pentolone e non si sa di cosa si parla. Mentre in realtà, in certi casi, i modelli di partecipazione vengono utilizzati per distanziare la gente dalla democrazia diretta. Con certi modelli partecipativi i cittadini fanno anche cattive esperienze: tante aspettative vengono disattese”.
Un po’ meno, ma più in profondità
Con i suoi molteplici relatori e testimoni, il Global Forum ha presentato ai 780 partecipanti tantissime tematiche ed esperienze concrete di democrazia partecipata in tutti i continenti. Troppe, secondo diversi interlocutori di swissinfo.ch.
“Si ascoltano troppo in fretta, troppe cose, che non si possono approfondire seriamente. Penso che sarebbe meglio trattare meno questioni e disporre di più tempo per approfondire e per poter discutere dei conflitti, delle questioni difficili, dei punti spinosi”, osserva il noto esperto di democrazia diretta Andreas Gross.
Quasi con identiche parole si esprime Stefan Lausch, il quale aggiunge che “questo è il limite di tutti i convegni di simili dimensioni. Però va visto anche il valore di questa ampiezza di voci e di idee. Forse sarà opportuno dare un’altra occasione di approfondire determinate problematiche”, auspica l’attivista per la democrazia diretta altoadesino.
Allargare le conoscenze e non sentirsi più isolati
Anche per Andreas Gross non vanno dimenticati gli elementi positivi. “La forza del Global Forum è soprattutto di permettere di allargare le conoscenze di coloro che sono già convinti e che lavorano per la democrazia diretta nel loro comune, nel loro paese. Perché generalmente c’è scarsità d’informazione e, ad eccezione della Svizzera, nei media si confondono quasi sempre i plebisciti con la democrazia diretta”.
Inoltre, “per coloro che lavorano per democrazia diretta è stimolante sentire altri che si battono per la stessa causa in altri paesi. Così si sentono sostenuti nella loro lotta”, rileva Andreas Gross.
Ed è proprio questa la sensazione provata da Lisa Zaquini. “Il Global Forum mi è piaciuto tantissimo. Mi ha fatto conoscere molte esperienze concrete che approfondirò quando tornerò a casa. Soprattutto, vedere così tante persone che lottano per la democrazia, così tante iniziative in tutto il mondo che si stanno realizzando, mi ha dato la sensazione di non essere da sola a combattere per un futuro migliore, ma che questo sarà possibile nel prossimo futuro”, afferma l’attivista di “Più democrazia Italia”.
Giunto alla settima edizione, il Global Forum on Modern Direct Democracy, dal 26 al 29 settembre 2018, ha riunito a Roma 780 partecipanti provenienti da oltre 200 città, di 80 paesi di tutti i continenti. Il Global Forum è pubblico e gratuito. I relatori non ricevono alcun compenso.
Nel corso di sedute plenarie e di workshop, accademici, politici, rappresentanti di amministrazioni pubbliche, di organizzazioni non governative e della società civile si sono scambiati esperienze e visioni sulla partecipazione dei cittadini a livello locale e sul ruolo delle città come motori della democrazia a livello mondiale.
I lavori si sono conclusi con l’adozione di una bozza di una “Magna Charta per una nuova era di democrazia”, che ha posto le basi per la fondazione, l’anno prossimo all’8° Global Forum, a Taichung (Taiwan), della “Lega internazionale delle città democratiche”.
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